#bugiardiniletterari: “Il bambino intermittente”, Luca Ragagnin

“IL BAMBINO INTERMITTENTE” , Luca Ragagnin (Miraggi Ed. 2021)

CONTENUTO

Molte persone, che sono una, che potresti essere tu. Il grande nel piccolo e viceversa. Una città invisibile. Musica per ogni passo. Sogni, miraggi, fantasticherie, incubi, domande e risorse. Istruzioni per montare una tenda e girare sulla ruota da criceti. Camere blu, camere a valvola, camerate e camerette. Tavoli, moltissimi tavoli. Amici, diversissimi amici. Una famiglia diffusa. Nomi per ogni occasione. Un gioco del mondo e uno spavento. Amore, parecchio.

AVVERTENZE

Se avete trascorso l’esistenza con la sensazione che vi credessero pazzi, che i vostri rituali di salvezza fossero anomalie, faticando a spiegarvi ‘glitch’ costanti di una normalità perturbante, non siete soli. Vi avevano detto che crescere sarebbe stato per sempre, una strada segnata, a senso unico. Sbagliavano loro.

INDICAZIONI

Per chi cerca nella letteratura, e trova se stesso. Per chi vuole un’avventura in cui specchiarsi. Per chi sa che ci deve essere un motivo per perdonare e perdonarsi. Per chi frequenta i margini incogniti e fluttuanti fra felicità e infelicità.

POSOLOGIA

Da leggere abbandonandosi, affezionandosi, fidandosi. E giocando.

CONTROINDICAZIONI

La lettura può causare dipendenza, e interferire con le normali attività quotidiane.

CAMPIONE GRATUITO

In video

Presente imperfetto

Sono (ero) un’Artista di Strada

“L’importante non è avere tutto in testa, ma sapere dove andare a trovarlo” (Juan Villoro)

Questa la citazione che leggevano i miei potenziali ospiti, scritta su una lavagna, quando mi incontravano sul loro cammino.

Sono (ero) un’Artista di Strada, e porto nello spazio pubblico l’opportunità di una relazione attraverso la letteratura. Un incontro uno-a-uno, in cui si intrecciano un gioco, una conversazione e una lettura su misura.

Come Lettrice Vis à Vis dal 2013 mi offrivo in strade, piazze, festival, fiere letterarie e case come mezzo di comunicazione fra le idee dei miei ospiti e le pagine letterarie che offrissero una prospettiva inaspettata e nutriente sulle questioni.

Lo spazio pubblico era il mio principale luogo di lavoro, per due ragioni: l’opportunità di farmi trovare da chi non mi stava cercando, e la possibilità di leggere il mondo, indagarlo, comprenderlo dal vivo, senza altro filtro che il mio punto di osservazione.

Chi mi incontrava entrava in uno spazio unico, protetto, governato dalla sospensione del giudizio e dal puro interesse reciproco. Ogni ospite esplorava un personale Catalogo di Idee (citazioni, frasi mie, parole chiave) e sceglieva gli elementi che più si accordavano con il personale sentire. Mi proponeva una macro questione che poi approfondiva attraverso commenti e suggestioni. Io ascoltavo, gran parte del mio lavoro è questo. Raccogliendo informazioni, costruendo connessioni e lasciando che nella mia mente tutto ciò si disponesse in un disegno coerente, per poi scegliere e leggere una fra le pagine dei moltissimi libri che portavo con me. Quella giusta. A volte si trattava di sostenere un’idea, altre di proporre una contraddizione, altre ancora di suggerire un’angolazione imprevista per poter continuare a lavorare sulla domanda. Con ogni persona accadeva qualcosa di diverso, giacché diversa è ogni persona.

Sono (ero) un’Artista di Strada anomala. Seduta nel mio salottino, interamente contenuto in un carretto attaccato alla bici, circondata di libri, sfidavo silenziosamente il pregiudizio che vuole la letteratura un’occupazione per pochi privilegiati. Per coloro che hanno tempo, hanno istruzione, hanno allenamento. Le brevi pagine, i frammenti, selezionati in una libreria assolutamente contemporanea ed eterogenea , con me diventavano qualcosa di personale. Di strettamente legato al vissuto e all’emozione del mio ospite. Di accessibile, a tutti, perché vincolato unicamente alla relazione. Il luogo in cui trovare ciò che non necessariamente bisogna avere già nella propria testa.

Sono un’Artista di Strada.

O meglio, ero un’Artista di Strada.

Sono costretta a usare l’imperfetto (spero non il passato remoto). Adesso il mio orizzonte si è fatto piccolo piccolo. Lo spazio in cui posso affacciarmi è solo quello digitale. Quasi sempre una comunicazione tronca, un’emissione senza relazione. Un assenza di quel vincolo imprescindibile che è la condivisione di uno stesso spazio e tempo.

Lo spettacolo dal vivo, fra vivi, è proibito. Non c’è protocollo di sicurezza che tenga, pare. E, dopo un anno, sembra non vi sia quasi più la necessità di parlarne.

La piazza è vuota, le strade sono restituite esclusivamente allo shopping, l’unico spettacolo consentito è la messa (ma non in scena).

Non mi potete più incontrare, se non cercandomi nel privato di una skype. Non potete più inciampare in me, o in nessuno degli altri Artisti che si sono messi fino a ieri sul vostro cammino. Non potete assaggiare una possibilità inaspettata, diversa da quelle che avevate programmato.

E io non posso più leggere. Per voi, ovvio. Ma anche leggere voi, e il mondo che mi circonda.

Anche per me, che ho sempre dato maggior valore alle domande che alle risposte, è inaccettabile che siano rimaste solo quelle.

Ve ne siete accorti? Vi manca?

(Articolo pubblicato su Libreriamo.it, Febbraio 2021)

Regala un Vis à Vis!

Torna il regalo più personale:

30 minuti di conversazione e letture su misura con La Lettrice Vis à Vis

Esplorazione di idee, connessioni, sorprese, in uno spazio e un tempo tutto per sé.

Nota: quest’anno, in virtù dell’emergenza pandemica, il servizio è disponibile esclusivamente online, sulla piattaforma preferita dai destinatari del tuo regalo.

COSA SI FA

Si interroga un Catalogo di Idee, costruito su misura, alla ricerca di strade da esplorare.

Si chiacchiera, ci si conosce, ci si interroga a vicenda.

In mezzo a tutto questo, leggo frammenti letterari scelti a misura di ospite, sul momento, per commentare e arricchire la conversazione.

Al termine dell’incontro, invio all’ospite la bibliografia delle letture, così che possa continuare a viaggiare.

COME SI REGALA?

Invia una mail di richiesta all’indirizzo: lalettricevisavis@gmail.com

Specifica nome e indirizzo mail del destinatario del dono, giorno in cui desideri che venga recapitata la mail di auguri con il ‘vale’, e il tuo messaggio di accompagnamento.

POI COSA SUCCEDE?

Nel giorno indicato, invierò una mail annunciando il tuo regalo e allegando le informazioni per programmare l’incontro. Tu sarai in copia all’invio

QUANTO COSTA?

L’incontro costa 25€ a persona, che possono essere pagati con bonifico o paypal.

IL ‘VALE’ HA UNA SCADENZA?

No. La persona a cui decidi di regalarmi può richiedere il suo incontro in qualunque momento, a suo piacere.

MAGGIORI DETTAGLI?

Scrivi all’indirizzo lalettricevisavis@gmail.com e chiedi. Ti risponderò prontamente.

#nonrecensioni: I Pellicani, Sergio La Chiusa (Miraggi)

IMG_5114

“I PELLICANI” , Sergio la Chiusa (Miraggi Edizioni, 2020)
CONTENUTO
Un uomo cammina tantissimo, frenetico e rocambolesco, fra memorie, deliri psicotici, e proiezioni fantasmagoriche, inciampando nelle macerie di un appartamento e di un’esistenza.
AVVERTENZE
Sembra di salire su una bicicletta, lanciata a folle velocità su un percorso sconosciuto. Le prime pedalate lasciano senza fiato, ma in un attimo si prende il ritmo e ci si immerge nel piacere delle folate di aria in faccia.
Il paesaggio è nitido, grazie a un uso della lingua magistrale e ipnotico.
Il divertimento assoluto, così come l’intuizione di una realtà verosimile, al di là di ogni apparenza.
INDICAZIONI
Per chi ha bisogno di muoversi, sperimentare, abbandonarsi e riprendere il controllo, con la certezza della sua inutilità.
POSOLOGIA
Da leggere tutto in un fiato, e lasciare agire con stupore
ESTRATTO
“… era chiaro che non potevo sistemarmi da nessuna parte, sistemarsi era sommamente pericoloso, si correva il rischio di trovarsi ad accudire qualcuno, oppure, se non c’era nessuno da accudire nei dintorni, coricarsi, cadere nella trappola del letto e assumere senza pensarci la posizione dell’accidioso, entrare nel suo comodo stampo, che era poi come stendersi in una cassa da morto perché l’accidia, l’inoperosità, l’indolenza erano tutti strumenti di resistenza, d’accordo, ma se non si governavano a dovere alla lunga si tramutavano in attività letali… Circolare! Circolare! Questo era importante!”

Art is work. Is Art work? – Cap.3: le relazioni

Il lavoro artistico si basa sulla relazione. Qualunque lavoro artistico, anche il più solipsistico. Può essere la relazione con il pubblico, con uno spazio, con un momento storico, con un oggetto, un’idea, una memoria,… Non la mera osservazione, o la registrazione dello stato delle cose. Ma uno scambio dialettico che suggerisce una proiezione nel futuro, una creazione. Ascolto e restituzione, in sintesi. Anche l’Artista più schivo e isolato, l’eremita nascosto nella sua stanza o in un grotta, in qualche modo lavora sul principio di questo scambio. Che dire, quindi, di chi per arte, e per lavoro, si esibisce dal vivo? Come fa a produrre una risposta, se gli è negata la relazione, e dunque preclusa la possibilità di capire la domanda? L’Arte si manifesta spesso come un’illuminazione, sono d’accordo, ma la luce serve a vedere qualcosa. Non ha altra funzione, se non in relazione a… Troppo teorico? Non basta a convincervi che anche la relazione sia un lavoro (che, in questo Paese, si riduce a “economia”)?Allora vi ricordo che, banalmente, ogni relazione, ogni connessione, nutre l’economia. Il post su fb, la navigazione on line, le mail, le telefonate, gli spostamenti per gli incontri, le residenze, una semplice chiacchiera al caffè… nutrono, arricchiscono, moltiplicano benessere in un panorama sconfinato. Se l’Artista è ridotto al silenzio, e reso sordo dall’isolamento, se gli si impedisce di fare il proprio mestiere, non è solo a lui, che si toglie lavoro.

Art is work. Is Art work? Cap.2 – Gli strumenti

Quando parlo di Arte come lavoro, comprendo nel primo termine anche aspetti e funzioni che apparentemente sarebbero pertinenti ad altri campi. Chi fa questo mestiere lo sa, ma magari sfugge agli altri.

Ci sono la ricerca e la creazione, diciamo le basi, che derivano necessariamente dall’istruzione (più o meno istituzionale) e dalla formazione. Per un formato, c’è sempre un formatore. Anche l’auto-didatta si rivolge  al mondo (delle cose, se non a quello delle persone) e sperimenta, prova, sbaglia, corregge, prima di arrivare alla creazione vera e propria. Utilizza risorse, e incrementa l’economia, attraverso il suo studio.

Proseguendo, affinché alla creazione segua la realizzazione dell’opera d’arte, e magari la sua diffusione, intervengono altre competenze che, per estensione, diventano artistiche.

Competenze sociologiche, psicologiche, economiche, giuridiche, organizzative, distributive. Così come studio dei materiali, tecnica, fisica. Competenze manuali, o digitali. E via dicendo.

Anche un pittore eremita che produce capolavori per il suo unico piacere, avrà bisogno di un supporto o dei materiali per realizzarlo. Fossero anche solo il legno, la tela e i colori, come minimo dovrebbe essere un botanico e agricoltore per procurarseli. Provate a fare il gioco a ritroso delle necessità, partendo dalla vostra opera d’arte (anche performativa) preferita, e arrivando alle origini. Questo banale esempio per dire che difficilmente tutte le competenze sono appannaggio di una singola persona, l’Artista.

L’Arte è un lavoro per tanti, non solo per gli artisti. È un lavoro anche per studiosi, comunicatori, organizzatori, tecnici, costruttori, giuristi, amministratori, e perfino trasportatori.

Perché dalla creazione si arrivi al creato, la filiera comprenderà molte altre figure che si inseriranno nel processo. E il loro è un lavoro artistico a tutti gli effetti. Senza di loro, l’Arte non c’è.

Ognuno dei soggetti produce reddito, consuma, movimenta un’economia in senso a volte lato a volte stretto. Tutti sono collegati, interdipendenti, necessari.

Per concludere: della recente manifestazione di bauli in piazza a Milano, mi ha colpito la scelta della dimensione dei bauli. Sufficiente a contenere una persona.

Evidentemente abbastanza grande da contenere la vita di più di una persona.

In vita, possibilmente.

Bunker Diary: Piccolo kit di sopravvivenza all’Apocalisse Moderna

SPETTACOLO – Giovedì 15 Ottobre 2020, ore 21, Luna’s Torta

All’alba di un nuovo conflitto, armiamoci e combattiamo!
Facciamo scorte di letteratura, pensierini, punti di vista (e lievito!) per affrontare con slancio l’avvincente Apocalisse perenne che ci investe.
Con ironia, lucidità e la giusta dose di follia che solo La Lettrice può garantirvi, partecipate a una vera e propria serata di brainstorming collettivo.
Appronteremo insieme un diario di sopravvivenza e una cassetta degli attrezzi che ci permetterà di sconfiggere l’inverno del nostro scontento!

*** *** *** *** *** ***
MODALITA’ DI ACCESSO ALLO SPETTACOLO
Gli spettacoli durano 45 minuti e cominciano alle 21:30. Si potrà accedere solo su prenotazione e si potrà assistere allo spettacolo solo seduti al tavolo. Potremo ospitare dai 14 ai 25 spettatori al massimo (dipende se conviventi, congiunti o meno) per consentirci di garantire le distanze interpersonali di sicurezza.
CHIEDIAMO AGLI SPETTATORI DI ARRIVARE MEZZ’ORA PRIMA DELL’INIZIO DELL’EVENTO (E QUINDI ALLE 21) E DI AVVISARCI TEMPESTIVAMENTE IN CASO DI DISDETTA: i posti disponibili sono pochi e saranno così riassegnati.
L’ingresso all’interno del locale non sarà consentito durante lo svolgimento degli spettacoli a chi non ha prenotato.
Come al solito gli spettacoli sono “a cappello”, ma questa volta viene richiesta una donazione minima di 5 euro (vabbeh, è la formula up to you, ma non ci piaceva inglesizzarci).
DURANTE GLI SPETTACOLI SI AVRA’ LA POSSIBILITA’ DI FARE APERITIVO
INFO E PRENOTAZIONI allo 0116690577, tramite info@lunastorta.eu o sul messenger di Facebook

Art is work / Is Art work?- cap.1

“Art is work”. In questi giorni, i profili di molti utenti facebook esibiscono questa bandiera. Non serve che sovrapponga questa frase al mio viso, ne parlo già sempre in questi termini, e voi lo sapete. Piuttosto, magari è utile raccontare meglio cosa si intenda per lavoro, parlando di arte. Provo a farlo per capitoli, nei prossimi giorni, a beneficio di chi si chiede “Is Art work?”. Chiamiamola formazione a distanza. Cap.1: il lusso Capita che qualcuno presuma che io sia ricca di famiglia, abbia una rendita, mi possa concedere il lusso di chiamare lavoro quello che mi piace (e so) fare, a prescindere dal fatto che mi dia o meno da vivere. Basta una frase di mio padre, a sgombrare il campo da ogni equivoco: “Sono sempre stupito dalla tua capacità di privarti delle cose”. È vero. Ho fatto della privazione, dell’arrangio, un’arte. A parte qualche occasionale stravaganza alimentare, e una non altrettanto occasionale compulsione libresca, non ho problemi a fare a meno di quasi tutto ciò che gli altri considerano indispensabile. L’unico lusso reale e necessario che sono obbligata a concedermi è il tempo. Perché il lavoro artistico di creazione lo impone. Spesso un tempo lento, apparentemente morto. Un vuoto in cui si agita un brodo primordiale, la cui evoluzione non posso affrettare a mio piacimento. È un tempo conteso a mille aspetti pragmatici del lavoro stesso (amministrazione, promozione, diffusione, burocrazia, costruzione, movimento), alle scadenze dei lavori stessi, alle incombenze della vita quotidiana, alla famiglia. È un tempo conteso al cattivo umore, all’emicrania, ai dubbi, ai malanni. È un tempo anche conteso agli svaghi, alle amicizie, agli amori. Per essere un tempo morto, è piuttosto impegnato, dunque. Ora direte: non si può quasi lavorare nell’arte, quindi hai tempo in abbondanza? No, perché quello della creazione è un tempo che se normalmente non è remunerato, adesso è completamente in perdita. E quindi si trasforma in tempo dedicato a trovare un modo di mettere insieme il pranzo con la cena, ad arrangiarsi, a spremere limoni rinsecchiti nel frigo. A far fronte a quella perdita. Che è un po’ più, e un po’ diverso dall’arrendersi a campare come fanno quasi tutti gli altri. Non considerare l’arte un lavoro, in sintesi, significa privare me del tempo per produrre qualcosa che prima non c’era, e voi dell’opportunità di godere di qualcosa di cui non sapevate di avere bisogno. Queste sì, due necessità travestite da lussi.

Libri delle vacanze: bugiardini letterari estivi

In vacanza leggo forsennatamente e ‘al caso’. Una forma grammaticale apparentemente scorretta, ma molto eloquente. I libri che porto con me sono scelti senza particolare criterio, fra quelli nella pila da leggere. Sono ispirata semplicemente dall’ultimo minuto. Tuttavia, prevedibilmente, questi testi finiscono per intrecciarsi con la mia esistenza del momento, o con gli eventi e le persone che mi circondano, fornendo una chiave di lettura che illumina l’autunno a venire.
Vi propongo qui le mie due settimane di vacanza, in forma di #nonrecensione e di bugiardino letterario, con contenuto, avvertenze, indicazioni e posologia, pensando che forse troverete il medicamento che cercate per l’autunno che occhieggia.

 

JIM DIGRIZ, L’IMPLACABILE , Harry Harrison (The Stainless Steel Rat, 1961, Editrice Nord 1989, Fantascienza, 584 pagine)
CONTENUTO
Avventure intergalattiche di un personaggio dall’intelligenza strepitosa. Sempre un passo avanti, finché non viene beccato da chi è come lui. In un mondo in cui i ‘topi’ sono gli unici a sapere come cavarsela, fra furti, fughe, previsioni e piani macchiavellici, il protagonista deve ammettere che tutto ciò che desidera è trovare un suo simile
AVVERTENZE
Un fumettone rocambolesco, che unisce fantascienza, humor, avventura, spy story e intelligenza. Un ottimo e veloce passatempo, in quattro libri, per andare, ma non troppo lontano
INDICAZIONI
Per chi pensa che solo l’intelligenza, l’unico esercizio realmente divertente, ci salverà
POSOLOGIA
Si consiglia l’assunzione dei quattro libri con regolarità e adeguato intervallo di tempo, per mantenere costante l’effetto sull’organismo
IL BUIO E ALTRE STORIE D’AMORE, Deborah Willis (The dark and other love stories, 2017, Del Vecchio Editore 2017, Racconti, 304 pagine)
CONTENUTO
Si parla di amore, non necessariamente romantico, e di buio, che serve per riconoscere la luce. Undici racconti che esplorano tutte le declinazioni di sentimento.
AVVERTENZE
Deborah Willlis è una delle mie scrittrici di racconti preferite. Riesce a condensare in poche pagine la narrazione di un romanzo. La scrittura cesellata, evocativa e densa, consente di intuire il disegno completo dal piccolo particolare. Quindi, al termine di ogni racconto, vi sembrerà di aver fatto parte di un intero mondo.
INDICAZIONI
Per chi comprende l’amore in tutte le sue espressioni, soprattutto quelle meno manifeste. E per chi non legge racconti
POSOLOGIA
Assumere uno alla volta o consecutivamente, secondo preferenza. Lasciare depositare brevemente la sospensione, prima del consumo successivo. Commuoversi al bisogno.
IL GREGGE ALZA LA TESTA, John Brunner (The sheep look up, 1972, Editrice Nord 1975, Fantascienza, 393 pagine)
CONTENUTO
Mano a mano che gli eventi si susseguono, mescolando, com’è nella sua cifra, notiziari ad accadimenti intimi dei molti protagonisti, Brunner ci porta in un 1984 imbarbarito e apocalittico. ‘Zanzibar’ è solo un ricordo. La catastrofe ecologica ha raggiunto il suo apice, e l’unica salvezza sarebbe sterminare “i duecento milioni di esemplari più stravaganti e nocivi della nostra specie”. Sulle coste irlandesi arriva puzza di bruciato. “Bisogna chiamare i pompieri. Che brucia? Un pagliaio?” “I pompieri avrebbero un bel cammino da fare. Viene dall’America. Il vento soffia da quella parte”.
AVVERTENZE
Non c’è salvezza, non sperateci. Siamo alla resa dei conti. I danni fatti sono irreversibili, il pianeta si ribella, l’aria è irrespirabile, l’acqua imbevibile e non c’è più posto dove rifugiarci, nemmeno nel comodo conforto della ricerca di un capo espiatorio. Se solo la scrittura avesse un potere predittivo…
INDICAZIONI
Per animi forti, che non si lascino scoraggiare dall’inevitabile.
TRE UOMINI A ZONZO, Jerome K. Jerome (Three men of the Bummel, 1950, BUR 2013, Viaggio/Humour, 309 pagine)
CONTENUTO
Solo un inglese del secolo scorso poteva restituire con la stessa precisione, humor e candore un viaggio a zonzo in bici e tandem, con due amici, nella Foresta Nera. Mescolando idiosincrasie britanniche a difetti locali, avventure comiche e riflessioni mordaci.
AVVERTENZE
Spassoso e a tratti esilarante. Un libro di viaggio che snobba allegramente il paesaggio fisico, per intrattenere con quello umano. Ci ricorda che il mezzo di trasporto più efficace è il nostro spirito di osservazione.
INDICAZIONI
Per chi ha voglia di andare altrove senza muoversi di un passo. E per chi sia dotato di un poderoso spirito di auto-ironia
POSOLOGIA
Consumare durante un viaggio in treno medio, un pic nic pigro o una giornata uggiosa.
IL GIORNO DEI TRIFIDI, John Wyndham (The day of Triffids, 1951, Urania 1959, Fantascienza, 217 pagine)
CONTENUTO
Una cascata di meteore verdi che illumina la notte, la cecità improvvisa di chiunque l’abbia osservata, un manipolo di sopravvissuti che cerca scampo nella campagna inglese e si interroga sul consueto dilemma fra ricostruire il mondo di ‘prima’ o dare all’umanità una chance migliore. Tutto questo mentre i Trifidi, imponente vegetali semoventi e assassini, approfittano del ritorno alla barbarie per colonizzare il pianeta.
AVVERTENZE
Post-apocalittico inglese, con inquietanti suggestioni contemporanee e significativi consigli per sopravvivere all’ecatombe. Scorrevole e preciso, cinematografico, può essere utilizzato come un manuale di sopravvivenza. Se avete visto la serie tv anni ‘70 “Survivors” o avete vissuto lucidi la recente pandemia, vi troverete come a casa vostra.
INDICAZIONI
Per chi adora poter esclamare: “L’avevo detto!”
I DIVORATORI, Stefano Sgambati (Mondadori 2020, Narrativa contemporanea, 205 pagine)
CONTENUTO
Un ristorante di lusso, i commensali dei tavoli che circondano il desco d’onore, occupato dalla coppia di attori famosissima. La distanza fra l’apparenza e la sostanza leggibile nei dialoghi interiori, mentre dalla farsa si scivola in tragedia.
AVVERTENZE
Il gioco di riconoscere i protagonisti, e finire per riconoscere se stessi nel compendio di nevrosi, ossessioni, abitudini, piccinerie, rende la lettura necessariamente franca. Non si salva nessuno, ma nel nero quadro impietoso si inseriscono lame di comprensione, quasi tenerezza, intuibili solo da uno sguardo attento.
Una scrittura impeccabile, cesellata, che soddisfa le aspettative del lettore più esigente.
INDICAZIONI
Per chi pensa di essere meglio degli altri, ma un sospetto lo cova
POSOLOGIA
Assumere qualora si riscontrasse una carenza di percezione della realtà
MONDO ALLA ROVESCIA, Christopher Priest (Inverted world, 1974, Editrice Nord 1990, 277 pagine)
CONTENUTO
Gli abitanti di Terra, una rozza città mobile, alimentata da un reattore sotterraneo, trascorrono l’esistenza a montare e smontare tranci di rotaie, tirare cavi, manovrare argani e reclutare indigeni per consentire alla città di raggiungere l’altrettanto mobile ‘optimum’, il posto nel futuro in cui potrebbe finalmente rallentare la sua migrazione. Un lotta inarrestabile per la sopravvivenza in un mondo ostile, in cui il passato è una linea piatta deformata, il presente il fulcro di un’iperbole, il futuro un’accelerazione. Ma tutto dipende dal punto di vista.
AVVERTENZE
La realtà non si insegna, si sperimenta. Ma cosa accade se la percezione è alterata? Il lettore si prepari a mettere in discussione tutti i punti di riferimento, e ad arrendersi a un’evidenza: per quanto faccia e impari, la realtà ‘oggettiva’ sarà sempre al di fuori della sua portata
INDICAZIONI
Per appassionati di fisica e geometria, medievalisti ed eterni illusi
FEBBRE, Jonathan Bazzi (Fandango 2019, Narrativa contemporanea, 328 pagine)
CONTENUTO
Una febbre insistente, che non passa e della quale non si trova ragione. Una ricerca di chiarezza che attinge alle vicende dell’infanzia per essere compresa. Una diagnosi che somiglia momentaneamente a una liberazione, per poi calare lo scrittore nell’abisso. A fare da sfondo e da comprimario, ‘Rozangeles’, che “non è Milano” e da cui è difficile scappare.
AVVERTENZE
Passato e presente fanno da contrappunto l’uno all’altro, in un gioco di nessi biografici ed emotivi che regalano profonda onestà alla vicenda. Per accettare dove sei, devi rivelare dove eri. Jonathan Bazzi si mette a nudo con un coraggio niente affatto provocatorio, e una tenerezza dolorosa .
INDICAZIONI
Per chi non vuole più sentirsi un’isola
INCONTRO CON RAMA, Arthur C. Clarke (Randez-vous with Rama, 1973, Urania 1973, Fantascienza, 198 pagine)
CONTENUTO
Primo contatto con un oggetto misterioso, un gigantesco e liscio cilindro che vagabonda nel Sistema Solare. L’equipaggio della astronave Endeavour ha poche settimane a disposizione per esplorarne l’interno, prima che l’oggetto si avvicini troppo al Sole, o lo usi come fionda per allontanarsi definitivamente dal Sistema. Il mistero di Rama (vascello alieno abbandonato, mondo cristallizzato, ecosistema latente?) mette a dura prova ogni sistema di riferimento, spaziale, gravitazionale o logico, dell’equipaggio e del lettore.
AVVERTENZE
Questo super classico della fantascienza è particolarmente curioso per la determinazione con cui, di fronte a architetture inspiegabili, geografie contro-intuitive, automi fantasiosi, gli umani sentano l’esigenza costante di riportare ogni cosa a qualcosa di noto. La massa acquosa deve essere un Mare, gli agglomerati Città, gli esseri granchi, alle scale bisogna dare una direzione, la luce improvvisa è un’alba, e via dicendo. Un’ingenuità permanente, falsamente rassicurante e decisamente vertiginosa. Lo smarrimento che si prova davanti a un ‘altro’ imperscrutabile. I romanzi e i racconti di Clark hanno questa peculiarità: la ricerca porta sempre a nuove domande sospese.
INDICAZIONI
Per mettere alla prova chi si orienta sempre alla perfezione
CONTROINDICAZIONI
Sconsigliato a chi soffre di labirintite
LONESOME DOVE, Larry McMurtry (Lonesome Dove, 1985, Einaudi 2017, Romanzo americano, 976 pagine)
CONTENUTO
Una spettacolare epopea ambientata nell’ultimo Far West. Gli Indiani sono stati quasi tutti sconfitti, i bufali sterminati, e nelle praterie resistono solo i criminali. Un manipolo di ex Texas Rangers si reinventa mandriano e conduce manzi e cavalli dall’arido Texas all’innevato Montana, una nuova ‘ultima frontiera’. I nemici più pericolosi, tuttavia, si rivelano desideri frustrati, rimpianti e rimorsi, e le parole non dette. Gli alleati imprescindibili sono l’ostinazione, la fiducia e l’affetto, anche quando mascherati dalla falda di un ampio cappello.
AVVERTENZE
Quasi mille pagine che si leggono in un attimo, immersi nella calura e affogati nel fango, scrutando l’orizzonte senza sapere se augurarsi l’aurora o una nuova battaglia. Con momenti di autentica commozione e personaggi, maschili e femminili, ricchi, articolati e tutti, a proprio modo, protagonisti. Gus e Call diventeranno compagni di viaggio difficili da salutare, anche per chi non ha mai nutrito particolare interesse per i cowboys.
INDICAZIONI
Per chi non si rassegna alla fine dell’avventura
POSOLOGIA
Consumare in giornate riarse, per solidarietà, o in pomeriggi autunnali, per coerenza intellettuale. In caso di (inevitabile) sindrome di astinenza, alla fine del libro si può compensare con la mini-serie girata alla fine degli anni ’80, con Robert Duvall e Tommy Lee Jones.
L’UOMO DELLA TERZA FASE, Edmund Cooper (The cloud walker, 1973, Editrice Nord 1982, Fantascienza, 181 pagine)
CONTENUTO
Dopo che, per ben due volte, l’umanità ha rischiato l’autodistruzione per l’abuso delle macchine, si è tornati al medioevo feudale. Una Chiesa luddita vigila sui costumi dei britannici, e la creazione di nuove macchine (anche quelle per uso innocuo) viene punita con il rogo. In questo scenario cresce, combatte e si ribella Kieron testa-per-aria, il Cavalcanuvole. Un ragazzo che sogna di volare.
AVVERTENZE
Più che un libro di fantascienza, si tratta di un fantasy. Per ragazzi. Come (purtroppo spesso) nei vecchi libri del genere, un buona idea viene sviluppata con una certa superficialità, soprattutto per quanto riguarda lo spessore dei personaggi. Quindi non ci si aspetti troppo, in termini di cura. Tuttavia restano validi il principio di necessità della ribellione, l’ingegnosità e l’avventura, che qui trovate senz’altro. E la copertina è bellissima.
INDICAZIONI
Per i bastian contrari
I PESCI NON ESISTONO, Lulu Miller (Why Fish don’t Exist, 2020, Add 2020, Romanzo, 176 pagine)
CONTENUTO
Una divulgatrice scientifica cerca risposta alla domanda “Perché si tira avanti?” (e conforto al naufragio di una relazione) tra le pagine dell’autobiografia e degli scritti di uno dei pionieri della tassonomia, David Starr Jordan. L’uomo che ha classificato migliaia di pesci, ha visto distrutte le sue ricerche per ben due volte, e mai si è arreso all’enormità del compito che si era assunto, sembra poter essere un’ottima guida. Ma a volte, inseguendo le domande, si trovano risposte inaspettate.
AVVERTENZE
Non si può dare nulla per scontato, tanto meno ciò che si è imparato. E, per raggiungere una destinazione, spesso bisogna scegliere un percorso a zig-zag. Se nemmeno i pesci esistono (e davvero: non esistono), allora su cosa possiamo contare? Sull’Indistruttibile (cit. Kafka), anche se è esattamente ciò che potrebbe distruggerci? Sull’abilità feconda di sopravvalutarci? Sulla testardaggine? La scienza, che pure produce tante incertezze quante verità, suggerisce una risposta tanto semplice quanto aperta: le relazioni, le connessioni, le contaminazioni. Gli ingredienti dell’evoluzione.
INDICAZIONI
Per chi è smarrito, e cerca il suo ’42’
L’ORDINE DEL TEMPO, Carlo Rovelli (Adelphi 2017, Saggio, 200 pagine)
CONTENUTO
La natura del tempo: ciò che credevamo di sapere, ciò che concordiamo di sapere, ciò che possiamo aspirare a sapere riguardo la nozione cardine della nostra esistenza. In un amichevole processo di demolizione degli schemi rassicuranti, e assunzione della molteplicità dei punti di vista. Il tempo per la fisica teorica, da Newton, passando per Einstein, e arrivando alla meccanica quantistica e alla gravitazione in loop, spiegato dal gigantesco Carlo Rovelli come un lungo processo filosofico, alla nostra portata (pur fra una formula e l’altra).
AVVERTENZE
La lettura provoca intensa attività elettrica, riconducibile contemporaneamente all’assunzione di consapevolezza, al crollo dei sistemi di riferimento, all’impennata della comprensione e allo smarrimento della sfuggevolezza. Effetti stupefacenti garantiti.
INDICAZIONI
Per provare l’ebrezza, anche solo momentanea, di comprendere. Consigliato a chi prova piacere nell’allontanarsi dal campo dell’esperienza e immergersi in quello dell’astrazione. E a chi è in cerca di rivincita, perché a scuola andava (ingiustamente) tanto male nelle materie scientifiche.
POSOLOGIA
Tenere a portata di mano e rileggere costantemente. Consigliata l’assunzione contemporanea di “Sette brevi lezioni di fisica”, dello stesso autore

Tornare in Strada Libera

Sono passati 5 mesi, dall’ultima volta che ho steso il mio tappeto in Piazza Carignano.
Sono tornata domenica, dopo molti tentennamenti, con un carretto pieno di poesia al bisogno: il progetto DeCesso Po’Etico.
Tornata, nonostante il mio non venga ancora considerato un lavoro, e di conseguenza tutelato.
Tornata, benché di momenti dedicati a voi stessi, che è il regalo che faccio, voi ne abbiate avuti fin troppi.
Tornata, nonostante sia l’unica responsabile di ogni norma di sicurezza (tornata, dunque, super attrezzata).
Tornata, nonostante lo Spazio Pubblico sia, al momento, un territorio ancor più incerto e fragile.
Tornata, l’ho fatto con la poesia giusta per la persona giusta, perché mai come ora abbiamo bisogno di un nuovo punto di vista.

Tornata, perché sono un’Artista di Strada, e l’unico posto giusto in cui stare è dove non mi state cercando.

Tornata, soprattutto e definitamente, perché sono 5 mesi che ascolto solo me stessa, e ho un vorace, prepotente, meraviglioso desiderio di ascoltare voi.

Quindi mi ritrovate la mattina dei fine settimana, in Piazza Carignano, se volete tornare anche voi.

Buon Compleanno, Lettrice Vis à Vis

8 giugno 2013
Sette anni di Lettrice Vis à Vis.
Questa è l’immagine della mia prima uscita indipendente in strada libera, con il progetto La Lettrice Vis à Vis.
Dopo un anno e mezzo di creazione ed esperimenti, e un primo test durante il Salone del Libro Off, quel giorno di giugno presi coraggio e affrontai Piazza Carignano.
Iniziò tutto lì, e più o meno lì è continuata.

Ricordo l’aria fresca, il cielo azzurrissimo, il sole. Figlia (allora decenne) che osservava e fotografava, un collega mi aveva accolta nel suo spazio, e un altro l’avrebbe fatto nella sua vita.

Sette anni bastano per cambiare la propria esistenza, e sono certa che i prossimi sette non mi smentiranno.

Artisti di Strada, oggi

Siamo Artisti di Strada e Cittadini che hanno scelto lo Spazio Pubblico per condividere, comunicare, e diffondere un’idea inclusiva dell’Arte e del mondo. Abbiamo scelto di farci trovare dove non ci stavate cercando, di incontrarvi, di ascoltarvi, di divertirci e appassionarci (cit.) ma, soprattutto, di pensarci, insieme a voi, come collettività.
Desideriamo tornare in strada, in sicurezza, in un sistema che ci permetta di riconoscere il nostro lavoro e il nostro contributo, per riallacciare i fili di questo prezioso dialogo interrotto.
Nelle prossime settimane, in assenza di autorizzazioni e regole, lo faremo così: con la nostra semplice presenza nello Spazio Pubblico, con questa dichiarazione esposta nelle nostre postazioni, e con l’invito a riconoscerci come parte di un organismo pulsante.

#spaziopubblicodalvivo #artecheimmagina

ISOLEGGIAMOCI – appuntamenti su misura di distanziamento

Qualunque novità, con il giusto tempo, diventa un’abitudine?
Bentornati. Dopo più di un mese di addestramento solitario all’imprevedibilità, l’unica abitudine seria che ho preso è quella di scegliere. Cosa guardare, cosa ascoltare, cosa produrre, cosa condividere.
Il solo Spazio Pubblico che ci è consentito frequentare è quello virtuale, ed è assai più affollato di quanto lo sia mai stata qualunque piazza.
Dunque La Lettrice Vis à Vis ha ridotto ulteriormente le dimensioni del suo salottino, e adeguato i contenuti da condividere.

Ho studiato tre appuntamenti alla settimana, per accompagnare questo periodo. Tre formule che intreccino la condivisione delle pagine con la relazione con voi. Le proposte che già conoscete da molti anni, rimodulate per l’emergenza. Spero che vi siano di giovamento.

Illustrazione: Lucio Villani

MARTEDÌ, orario 10-13 e 15-19: OPEN SKYPE
Il collegamento aperto su skype (profilo “La Lettrice Vis-à-Vis”) resta aperto tutto il giorno. Basta mandare un messaggio con la richiesta, e vi richiamo a breve per fare quattro chiacchiere e leggervi la pagina di cui avete bisogno. Una distrazione che potete prendervi quando lo desiderate

 

 

GIOVEDÌ, ore 15: “1 libro in 10 minuti“. Sulla pagina fb Vis à Vis – Chiara Trevisan e sul canale You Tube Chiara Trevisan
Romanzi vecchi e nuovi, scomposti, rimontati, raccontati con parole loro e in soli 10 minuti. Il racconto dei racconti, in pratica. Tutti libri che potete ordinare senza problemi nelle vostre librerie di fiducia, che consegnano a domicilio in tutta Italia.

DOMENICA, ore 15: “Volta la Carta – la buona giornata a modo mio”. In diretta sulla pagina fb Vis à Vis – Chiara Trevisan
Letture in diretta su misura del momento. Leggerezza, consolazione, divertimento e qualche ragionamento appropriato, per segnare la fine di una nuova settimana.

 

 

Sono tempi duri per tutti. Anche per chi fa il mio mestiere. Siamo fermi, e saremo gli ultimi a poterci nuovamente muovere. Ma siamo necessari, abbiamo questa presunzione. Vi stiamo accompagnando come possiamo, e ci state accompagnando come riuscite. Come dice un mio amico musicista: “ricordateci da vivi!”
Dunque, se lo desiderate potete sostenere la mia impresa (e riempire il mio frigorifero) liberamente, con una donazione su paypal.me/lettricevisavis

La Setta dei Lettori Estinti (o come il Decameron si fa in realtà): ANNULLATO

AGGIORNAMENTO IN TEMPO REALE:
consapevoli delle nuove imminenti restrizioni, previste dalla Regione Piemonte e che verranno diramate in serate, di comune accordo annulliamo l’evento previsto per questa sera.
Nonostante il bassissimo rischio (saremmo state 12 persone diffuse in 180mq), ci sembra un atto responsabile e coerente adeguarci anticipatamente.
Lascio il post per memoria che ci abbiamo almeno provato.
Salute
Cultura
Comunità
Sostenibilità
Questa sera alle ore 21, proponiamo (dal vivo e in streaming) un appuntamento speciale che rispetti tutte queste caratteristiche, con SuCCeSso!

Alla Luna’s Torta va in scena “La Setta dei Lettori Estinti”, con La Lettrice Vis à Vis che introduce, legge, commenta con il pubblico il romanzo “Panorama” di Tommaso Pincio (NN Editore).
Un testo scelto del tutto non a caso, nel quale si ragiona assai su isolamento, appassimento, lettura ed esistenze virtuali.

SALUTE: potrà accedere al locale un numero estremamente contingentato di persone, che si impegnano a rispettare le indicazioni di comportamento salutare diramate. Per avere un posto di persona, è necessario telefonare alla Luna’s Torta (011 6690577)
CULTURA: nonostante le restrizioni, Artisti e Operatori Culturali agiscono creativamente, e attingono alle risorse disponibili per continuare a condividere idee. L’unico contagio che vogliamo inarrestabile
COMUNITÀ: nello spirito di nutrire la socialità in questi tempi difficili, la nostra è una proposta all’insegna della relazione e della partecipazione.
Per questo, la serata sarà anche trasmessa in VIDEO DIRETTA sulle pagine fb della Lettrice Vis à Vis – Chiara Trevisan e della Luna’s Torta, i partecipanti (presenti e virtuali) potranno interagire in tempo reale, commentare, domandare, condividere.
SOSTENIBILITÀ: coerentemente con le pratiche abituali sia della Lettrice che della Luna’s, la serata sarà “a cappello”. Potrete dimostrare liberamente a distanza il vostro apprezzamento nei confronti di questo nucleo resistente, DONANDO quanto desiderate attraverso il link paypal:
https://www.paypal.com/donate/…
Il ricavato sarà equamente diviso fra l’Artista e il Locale, e contribuirà a sostenere la nostra folle impresa di sopravvivenza.

Video e link resteranno accessibili anche dopo l’evento.

Partecipate numerosi, nel modo che preferite.

AFFETTI COLLATERALI

Illustrazione: Lucio Villani

(pippone lunghissimo con mini-soluzione finale)

In virtù del nuovo provvedimento emesso dal Governo (4/3/2020), viene confermata per l’intero mese di Marzo la proibizione di qualsiasi evento “sociale”, in luogo pubblico o privato, nel quale non siano garantite le misure di contenimento previste.
Cosa significa, in concreto?

PER ME
Chi, come me, opera da libero professionista nel settore dello Spettacolo dal Vivo, per un mese non lavora. Zero. No spettacoli, no festival, no manifestazioni, no serate nei locali, no Arte di Strada. Niente.
Un mese, che sarà mai? Sarà che ad Aprile non sapremo come pagare l’affitto e le bollette, fare la spesa, comprare farmaci, muoverci, sopravvivere. Perché non facciamo un lavoro che ci permetta di accantonare risorse per i tempi bui. Perché abbiamo contratti a giornata, senza alcuna protezione o ammortizzatore o tutela. E la cosa potrebbe verosimilmente protrarsi, dato che sono in forse anche tutte le manifestazioni fino all’estate.
In soldoni: si muore letteralmente di fame.

PER TUTTI
Le occasioni di “socialità” sono vitali, per mantenersi sani di mente e affettivamente equilibrati. Per arginare le paranoie. Per sentirsi umani, anche solo grazie al contatto ravvicinato con altri umani (anche sconosciuti). Per provare piacere. Per evolvere cognitivamente.
Costretti all’isolamento, con l’unico “conforto” della fruizione passiva di intrattenimento su internet, in soldoni: si muore di solitudine.

Quindi, unendo due criticità, mescolandole con decisione, filtrando e setacciando, propongo la mia personale versione di AFFETTO COLLATERALE di questa cattiva medicina.

Da oggi, e per tutto il mese di marzo, metto a disposizione i miei INCONTRI VIRTUALI VIS à VIS (su Skype/FaceTime), a PREZZO RIDOTTO (sconto 30%) e AMPIA PROGRAMMAZIONE di appuntamenti.

Mezz’ora di chiacchiere, conoscenza, intrattenimento e letture su misura, per restare in contatto umano, ubbidire alle direttive, e sopravvivere fino a tempi migliori.
Continuerò a fare le mie video letture e qualunque altra cosa mi venga in mente, ma voglio dedicare uno spazio privilegiato alle relazioni. Non solo voi che ascoltate me, ma soprattutto il contrario. Perché quando dico che ci sentiremo tutti più soli, nel “tutti” ci sono anche io.

Scrivetemi un messaggio o una mail, e ci mettiamo d’accordo. Scatenatevi!

Disclaimer 1: il mio portare l’attenzione su due, fra le tante ricadute dei provvedimenti di contenimento, non esclude la mia conoscenza e solidarietà nei confronti di tutte le altre categorie o situazioni in difficoltà. Semplicemente, parlo di ciò che so, e immagino soluzioni con ciò che fo.
Discalimer 2: nelle stesse difficoltà si dibattono anche i lavoratori non standardizzati del settore (locali che programmano spettacoli, librerie, Circoli, Associazioni, ecc.), ognuno dei quali si sta attrezzando per rispondere creativamente all’emergenza. Agli spettatori/fruitori consiglio: tenete occhi e orecchie aperte (la bocca no, che vi arrestano) e godete delle varie iniziative, sostenendoli. Va a vantaggio di tutti.

 

Amore. Non si capisce

Febbraio, che lo vogliate o meno, è il mese in cui sentirete più ripetere la parola “amore”.
La Lettrice Vis à Vis si adegua al malcostume di parlare di ciò che non capisce, e vi propone tre appuntamenti sul tema, per condividere la perplessità esistenziale.
Ce n’è per tutti i gusti e le forme.

Venerdì 14, ore 21, alla Luna’s Torta va in scena “L’AMORE. NON SI CAPISCE“. Ironico e poetico pout-pourri di divagazioni più o meno letterarie in tema amoroso. Con un unica certezza: non ci sono certezze. Monologhi, dialoghi, letture e assurdità si alternano all’amabile (questa sì) conversazione con il pubblico.
Per prenotare, cliccate qui

 

Mercoledì 19, ore 19, alla Libreria Ca’Libro, “INDIE PLAYLIST + VIS à VIS“, per innamorarsi di Miraggi Edizioni.
Dalle 19 alle 20.30: “1 libro in 10 minuti”
Breve panoramica sull’Editore e le sue collane, e poi La Lettrice Vis à Vis vi farà assaggiare 4 testi con la sua formula originale “1 libro in 10 minuti”.
Una ri-scrittura del testo, realizzata attraverso la scelta di un percorso fra parole chiave e brevi letture scelte e ricomposte in un nuovo racconto, per soddisfare ogni palato.
Perché i libri parlano benissimo da soli.
Dalle 20.30 alle 21: “Salottino Vis à Vis”
Brevi conversazioni, con un ospite alla volta, alla ricerca della pagina giusta per la persona giusta e del punto di vista inaspettato su quanto vi passa per la testa.
Troviamo insieme le pagine che non sapevi di stare cercando, e si nascondevano nei libri Miraggi.
Per saperne di più, seguite la pagina della Libreria

Dal 22 al 25 febbraio, orario pomeridiano, Centro Storico di Mestre: SALOTTINO AMOROSO VIS à VIS per MESTRE CARNIVAL STREET SHOW
La bici scorrazza per Mestre, il carretto si riempie di pagine su misura d’amore, in qualunque forma lo intendiate. Una alla volta!

Se non vi bastasse, e voleste sfuggire alle maglie del marketing, potete anche venirmi a trovare in Piazza Carignano o in video, durante gli appuntamenti di “Volta la Carta – la buonanotte a modo mio”. Dite la vostra, aggiungete confusione, ribellatevi ai luoghi comuni, grazie a una nutrita letteratura.
Sopravviveremo insieme fino a Marzo, promesso

Un anno tra i libri

Come è noto, sono una cialtrona smemorata senza speranza di redenzione. Quindi, quest’anno ho fatto una cosa semplice, per tenere il conto. Ho fotografato le copertine dei libri, mano a mano che li terminavo.
Ero curiosa di capire quanto e come leggessi, effettivamente.

Stamattina, riguardando l’album e divertendomi con le statistiche (quali forme? quanti italiani? quanti stranieri? quante Scrittrici o Scrittori? quanti per lavoro, per diletto, o un misto di entrambe le categorie? quanto in carta e quanto in e-book? ecc.), la cosa più sorprendente che ho scoperto non ha nulla a che fare con il numero.
Seppure ragguardevole (103, dei quali almeno una ventina riletti più volte per lavoro), non è la quantità che mi colpisce. Nemmeno la varietà.

L’album fotografa il mio anno, i suoi accadimenti. Una sorta di diario personale, ma scritto da altri.
Si capisce quando ho avuto bisogno di salvarmi, e quando ero troppo impegnata a fare cose per pormi anche solo il problema. Si intuiscono la disposizione dei miei scaffali emotivi, le necessità mutevoli, il disordine del cuore e la caparbietà della mente.
Ci sono le sorprese che ho ricevuto, le delusioni che ho combattuto, le soddisfazioni che mi sono presa e le fantasie che mi sono concessa.
Ci sono 365 giorni di me, come non sarei riuscita a raccontare meglio.
Domani inizio un nuovo album. In tutti i sensi.
Buon Anno a tutti!

Regala un Vis à Vis / Qualcosa di Personale

Tornano le scatoline-regalo della Lettrice Vis à Vis, in versione rinnovata e arricchita.

Due le proposte, in vista di questo Natale o di qualunque occasione.

CLASSICA Vis à Vis: regala 30 minuti di conversazioni e letture su misura, a coloro che si meritano qualcosa di veramente personale. A casa mia, in libreria o in video (skype/messenger/facetime, per chi abita lontano da Torino).

LA MIA CITTÀ INVISIBILE: 3h a piedi (o 2h in bicicletta), a spasso per il Centro di Torino, incrociando chiacchiere, memorie e letture su misura. Una passeggiata letteraria non convenzionale, per vedere cosa si nasconda sotto la superficie della città.

Le scatole possono essere consegnate a mano o spedite (spese a parte). Su richiesta, in alternativa può essere consegnata la versione “virtuale”, tramite mail personalizzata.
Sono decorate a mano, quindi si consiglia la prenotazione (un numero limitato sarà sempre disponibile per i last minute, ma non mi fate impazzire, per favore)

Per costi, informazioni e prenotazioni, scrivetemi su lalettricevisavis@gmail.com

Presentazione: “Io sono la bestia”

Questa sera, alle 18.30, Andrea Donaera incontra i lettori di “Io sono la bestia” (NNEditore) alla Libreria Luna’s Torta.
La Lettrice Vis à Vis lo accompagna, scegliendo pagine che contengono domande dall’esordio letterario più contundente dell’anno.
Se lo avete letto, venite a scoprire cosa contengono gli spazi bianchi. Se ancora non lo conoscete, fidatevi di me: lo vorrete nella vostra libreria

F.A.Q. tutto quello che chiedete, in poche righe

CHI SONO?
Artista di Strada, Autrice di spettacoli e Attrice. Professionista dal 2003, Laureata in Lettere, specializzata in performance human specific

COSA FACCIO?
Leggo su misura. Di ospite, di libro, di luogo, di momento. Leggo ad alta voce, e leggo per comunicare. Leggo, di lavoro.

COME FACCIO?
Seleziono da un’ampia libreria in costruzione, pagine significative che offrano punti di vista originali su questioni condivise. Incrocio queste pagine con gli ospiti/spettatori/lettori, attraverso dispositivi originali di ascolto e restituzione.

MA, QUINDI, IN CONCRETO?
Tutte le proposte e i format ideati, per Pubblico e Professionali, si trovano collegati a questa pagina

DOVE TI TROVO?
Nello Spazio Pubblico. In Festival, Eventi, Fiere, Librerie, case private. Via Skype. In video sui social. Insomma, un po’ ovunque. La pagina facebook è sempre aggiornata sui miei spostamenti.
Se sei a Torino, facilmente nei fine settimana, in Piazza Carignano.
Se abiti lontano, ti raggiungo con una mezz’ora su Skype o Facetime, su appuntamento.

POSSO PRENOTARE UN INCONTRO?
In strada libera e durante gli Eventi no. Nel primo caso, perché esserci o meno è libertà mia come tua. Nel secondo caso, perché non sempre le circostanze ne offrono la possibilità. I miei movimenti li trovi sulla pagina Facebook
Un incontro in privato, invece, sì. In questo caso, basta inviare una mail a lalettricevisavis@gmail.com Risponderò prontamente con tutte le istruzioni e i costi.

LAVORO SOLO UNO-A-UNO?
Prevalentemente, ma non esclusivamente. Posso gestire anche piccoli gruppi, o piccoli luoghi, con proposte diverse a seconda dell’esigenza

LEGGO PER I BAMBINI?
Da quando mia figlia è cresciuta, raramente. Se capita, per strada, qualcosa l’ho sempre a disposizione, ma i miei progetti sono costruiti e pensati per gli adulti e i giovani-adulti.

LO FACCIO PERCHÉ SONO BUONA?
No. È il mio lavoro. Il mio unico lavoro.
Se mi incroci in strada, puoi sostenere liberamente l’impresa, lasciando il tuo contributo nella scatola apposita.
Se mi vuoi ingaggiare per un Evento o una collaborazione, mi scrivi via mail, articoli la richiesta e io ti sottoporrò la relativa proposta artistica ed economica.

POSSO MANDARTI IL LIBRO CHE HO SCRITTO?
In linea di massima, no.
Il tempo è tiranno, il lavoro è pressante, e in questo paese escono migliaia di libri a settimana. Ho i miei canali consolidati, per scegliere cosa leggere, salvo eccezioni. Per rientrare in una di queste, di consiglio di studiare bene il mio profilo, le mie proposte e le mie letture, per sottopormi solo un libro su mia misura.
In generale, comunque, i criteri sono: Autori pubblicati (no “a pagamento” e no auto-pubblicati); Editoria Indipendente (no “a pagamento” o mista); no manuali di auto-aiuto, misticismi/spiritualità.
Se un libro viene accettato in lettura, non si garantiscono tempi di lavorazione o eventuale utilizzo, che sono prerogativa della mia attività indipendente, e garanzia della mia affidabilità per il pubblico.

FACCIO RECENSIONI?
No. Saltuariamente, e in totale libertà, pubblico suggestioni di lettura. Mai su committenza.

POSSO FARE COME TE?
Se la tua pratica di lettrice/lettore ti ha suggerito un modo originale per condividere i libri con il prossimo, puoi certamente costruire un progetto e diffonderlo. Sarà inevitabilmente diverso da quello della Lettrice, ma sarà altrettanto benvenuto in strada. Ce n’è bisogno, credimi.

POSSO INTERVISTARTI?
Grazie, sono felice che pensi la mia esperienza abbia senso sia diffusa.
Quindi sì. Mandami una mail con tutte le informazioni su destinazione e taglio dell’articolo, e fissiamo un appuntamento telefonico. Sono apprezzati sia il lavoro di ascolto e restituzione delle mie parole, che la possibilità di verifica pre-pubblicazione.

#nonrecensioni: “Manuale per ragazze rivoluzionarie”

Prima me lo sono ascoltato in formato audiolibro, mentre sfaccendavo per casa (non perché io sia femmina e le faccende tocchino a me, sia chiaro, ma perché in casa un uomo non c’è. E poi, mi faceva ridere).
Poi l’ho comprato in carta, per riprendere alcuni passaggi, sottolineare, evidenziare i pro-memoria. In fondo, è un manuale, no?
Poi ne ho presa un’altra copia, da regalare a Figlia sedicenne, che molte cose le ha già capite da sola, ma altre potrebbe capirle prima di subirle.
Ora lo condivido con voi, amiche interessate e amici confusi.
L’indubbia competenza in materia di Giulia Blasi si unisce a una notevole capacità divulgativa: chiarisce i termini, delimita il campo di gioco (o di battaglia, come preferite), arricchisce di esempi e fa abbondante uso di ironia, propositi e strategie. Perché il sottotitolo di questo manuale che affronta di petto le mille sfumature del patriarcato, è “Perché il femminismo rende felici”. Rende felici femmine e maschi, perché il suo presupposto è l’equità, con buona pace dell’uguaglianza che è spesso solo un maglio. Parla di potere, non come una cosa di cui appropriarsi, ma da redistribuire. Aiuta a riconoscere non solo gli aspetti manifesti della questione, ma soprattutto quelli subdoli. Contribuisce, attraverso la pratica, a ispirare forme produttive di lotta, e a valorizzare non genericamente il risultato come auspicabile per tutte e tutti.
E, soprattutto, rivendica giustamente il termine “femminismo”, che rimanda a un movimento antico e in perenne trasformazione, emancipandolo dal equazione di comodo: femminista = donna che odia gli uomini.
Di solito, al fondo di queste #nonrecensioni suggerisco per chi possa essere indicato i libro. Questa volta, senza dubbio, dico: per tutti!

Giulia Blasi, “Manuale per ragazze rivoluzionarie”, Rizzoli

Quattro modi di raccontare

Come è andata? Così, in quattro quadri:


Racconta te in una manciata di parole (sei al mondo da troppi anni).

 

 

 


Racconta il libro in dieci minuti (qualcuno fermi il cronometro).

 

 

 


Accompagna a raccontarsi l’Autrice (taci e ascolta).

 

 


Aiuta un’Ospite a raccontarsi (una storia è tutte le storie).

 

 

Grazie a Di lavoro, leggo e NN Editore per avermi regalato una sfida, e aver creduto che potessi raccoglierla.
Grazie ai partecipanti che, nonostante stanchezza e sedere al freddo, non mi hanno lasciata a parlare da sola.
Grazie a chi scrive, ché senza buone storie non ci sarebbe modo di leggerci.
(Grazie a Giulia, soprattutto, che ci ha curati tanto da far girare la testa. Ed è anche l’autrice delle foto)

Appuntamenti d’Ottobre

Settembre è il mare. Ottobre è un libro.
(Gloria Fuertes Garcia)

Devota ai versi della poetessa spagnola, li metto in pratica con gli APPUNTAMENTI del mese


4-6 ottobre, Ostello della Ghiara (Reggio Emilia): “Di lavoro, leggo – La lettura nelle professioni del libro”. Workshop residenziale di NNE dedicato alla lettura professionale (iscrizioni chiuse, ma tenete d’occhio i prossimi appuntamenti, perché vale la pena). La Lettrice Vis à Vis animerà la serata di sabato con un ventaglio di proposte performative sul tema “Raccontare un libro”

Foto: Mariella Ferrando Pacchioli @ferrpacc61

 

12-13 ottobre, Piazza Carignano, dalle 10:30: se il tempo (meteorologico e interiore) regge, salottino Vis à Vis in Piazza

 

 

 


17 ottobre, 18:30-20:30, Caesar Brewtique (Torino): “Dimmi una frase e ti leggerò la tua storia”, all’interno del ciclo di dibattiti con il pubblico “Psicologia 4.0” (a cura Adler Institute). La lettrice Vis à Vis e la psicoterapeuta Francesca di Summa esplorano con il pubblico le risorse della letteratura su misura. Ingresso libero (prenotazione consigliata)

 

 


19-20 ottobre, Ballarò Buskers (Palermo), dalle 17 in poi: il salottino Vis à Vis accoglie vi accoglie nei vicoli e nelle piazzette di uno dei quartieri più vitali della città siciliana. Dettagli luoghi e orari nel programma


27 ottobre, Piazzale della Rosa (Sassuolo), 10-13: “Parole in città”. Il salottino anima il laboratorio a cielo aperto di lettura e scrittura

 

 

 


Tutte, quasi tutte, alcune domeniche, 21.30: “Volta la Carta – La buonanotte a modo mio”. Video diretta sulla pagina fb, per fare bei sogni e svoltare la settimana. (Gli appuntamenti saranno realizzati compatibilmente con gli spostamenti logistici, alquanto frenetici, del mese)

“Volta la Carta – La buonanotte a modo mio” – terza stagione

Torna, con Settembre, anche l’appuntamento con le mie storie della buonanotte.
Una mezz’ora per propiziare il sonno e l’inizio di una buona settimana, ogni domenica in video diretta, alle 21.30, sulla pagina facebook de La Lettrice Vis à Vis

Questa sera, per cominciare bene la terza stagione della serie, un racconto inspiegabilmente introvabile in italiano. Ma talmente prezioso, che l’ho (molto) liberamente tradotto per voi.
“L’enfant de la haute mer”, di Jules Supervielle (Gallimard 1931/58) la potete conoscere solo con me.

#nonrecensioni: “Heimat”, Nora Krug


Ci sono cose a cui non vorresti credere. Cose a cui gli altri ti dicono di non credere. Ci sono modi di portarsi addosso una colpa non propria, perché non si ha avuto occasione di stabilire le responsabilità.
Ci sono verità oggettive, desideri soggettivi, bisogni collettivi e urgenze personali.
Ci sono tante cose, e qualche volta c’è chi è capace di scriverne.

Nora Krug, autrice e illustratrice tedesco-americana, restituisce in un volume ricco di disegni, documenti, fotografie, il percorso di ricerca sulla propria storia familiare. “Qui tutti, tranne me, sanno qual è il mio posto. Geografico. Storico. Genetico”.
Il posto cercato è Heimat, che ha molti significati. “Idea di un paesaggio o di un luogo reale o immaginario al quale una persona associa un immediato senso di familiarità”. Ma anche, per i nazionalsocialisti “… luogo di ritiro, in particolare per gruppi desiderosi di un orientamento psicologico che cercavano di identificarsi con un modello semplicistico”. La ricerca, che supera l’idea una famiglia possa cominciare da sé (e i propri genitori), e che ci si possa accontentare di qualunque modello semplicistico della realtà, attraversa dubbi, senso di colpa, sospetti, agnizioni. La Germania hitleriana in cui affonda ha pieghe che possono renderla illeggibile. E, tuttavia, l’Autrice riesce a trascriverla.
Non so se sia la collezione di materiali raccolti o prodotti, o la forma (graphic novel) con cui vengono restituiti, ma raramente ho empatizzato così facilmente con il dubbio, la necessità, e la scoperta della verità.
Per chi si fa domande, disposto ad accogliere qualunque risposta.

Nora Krug, “Heimat”, 2019 Einaudi Stile Libero Extra

#nonrecensioni: letture estive ‘al caso’

Letture al caso.
Partita all’improvviso per due settimane di eremitaggio, non ho compilato una selezione dei libri da mettere in valigia. Il Kindle con l’ammonticchiarsi dei “da leggere”, la piccola biblioteca trovata nella casa pugliese, qualche consiglio raccolto in altre bacheche.
Il risultato è un guazzabuglio di letture intense e leggere, serie e cialtronesche, avvincenti e noiosette, senza capo né coda. Che però, nell’insieme (più o meno un libro al giorno) fanno il loro sporco lavoro di trasportarmi ovunque senza muovermi dal posto.
Campagne lucane, città, borghi britannici, altri pianeti e mondi fantastici. Kosovo, Pakistan, Kashmir, Nicaragua. Parigi, Londra, New York, Edimburgo, Sparta e Troia. Corti e mercati, famiglie e molte, moltissime figure femminili.
Un bel giro nello spazio e nel tempo. Libri notevoli e minchiate, casualmente miscelate: l’ordine è più o mneo quello di gradimento, i miei commenti li trovate accanto alle copertine, e capirete da soli cosa faccia per voi e cosa è meglio evitare. A me, come sempre, hanno in qualche modo salvato la vita.


I reietti dell’altro pianeta”, Ursula K. Le Guin (Mondadori)
La possibilità dell’anarchia. Dopo anni in cerca di una definizione esaustiva, o un esempio illuminante, finalmente (e, aggiungo, tardivamente) vengo premiata da questo libro magnifico. Il più importante letto quest’estate, senza ombra di dubbio. Un #passolungo, perché se è vero che si seguono con scioltezza le vicende di Shevek, fisico geniale, solitario e oppresso dai muri, in movimento fra i pianeti gemelli Anarres e Urras, è anche vero che le pagine aprono a innumerevoli riflessioni e necessitano di lunga digestione.
Un’utopia, quella della diaspora di una piccola comunità, che lascia il florido e liberista Urras per realizzare una società anarchico-collettivista sul desertico Anarres. Un’idea trasformata in concetti semplici: prendere solo ciò di cui si ha bisogno, lasciare l’eccedenza, condividere risorse e lavoro. Abolire il concetto di “mio” (perfino riferendosi ai propri genitori) per la sua inefficacia conclamata. Affidare il coordinamento non a un Governo, ma a semplici apparati tecnici e logistici. Un’utopia non priva di ombre, poiché il concetto di “potere” si rivela pur sempre ineliminabile, e alimenta un apparato burocratico da far impallidire il nostro. Ma un’utopia da cui se si fugge, se si parte, è comunque per tornare. Perché l’alternativa consuma, ingabbia, costringe in logiche che promettono di eliminare il dolore, e mantengono di riservarlo solo agli altri.
L’obiezione rivolta da chi si aggrappa alla parola utopia e rinuncia nutrirne la realtà, è che l’anarchia sia applicabile solo in piccole e isolate comunità. Per la prima volta, grazie a questo romanzo non poi così fantascientifico, ho l’impressione che la riduzione sia di comodo, non di sostanza. E, chiuso il libro, continuo a pensare. Il testo è del 1974, la lettura dovrebbe essere di sempre.
Quindi, da leggere se volete pensare.


Il libro dell’acqua e di altri specchi”, Nadeem Aslam (Add Ed.)
Struggente e poetico, crudo e veritiero, questo viaggio nel Pakistan intollerante e avviato all’estremismo è il testo più commovente capitatomi quest’estate. Un racconto di maschere indossate, di amori architettati, piantati e nutriti, prima di essere falcidiati. Di fughe impossibili e di coscienze che urlano. Di intolleranza e comunanza.
Una lingua chiara ed evocativa conduce fra sassi e polvere, alberi resilienti e palazzi appesi al soffitto, testi sacri e profani ricuciti con filo d’oro e ritratti sovrapposti come lo sono le anime. Un incanto doloroso, in cui ci si abbandona e a cui si è strappati a forza.
Da leggere per amore.


La straniera”, Claudia Dursatanti (La Nave di Teseo)
Dove la biografia può essere indulgente con il suo soggetto, illuminare gli eventi da una direzione precisa, a volte perfino lasciare intuire un “lieto fine” (per pretestuoso che sia), il romanzo auto-biografico non concede, viceversa, scappatoie. Parlare di sé è acuminato strumento di auto-analisi, scavo, perlustrazione di territori dalla superficie visibile, cartografabile, ma dalle profondità ignote e indistinte. Un esercizio di franchezza e sospensione del giudizio imperativi. Questo trovate nel libro di Claudia Dursatanti, che compila il suo “direfarebaciareletteratestamento” muovendosi nelle geografie spazio-temporali degli intrecci familiari, animata da feroci domande su sé. Figlia di genitori sordi e instabili, subisce e poi affronta l’ambiguità di una condizione fisica che esprime disabilità secondarie rispetto a quella psichica, e che modifica lo stare al mondo di chi le si avvicina.
Un #passolungo che non offre risposte, ma suggerisce una diversa prospettiva per affrontare la domanda.
Da leggere per guardarsi.


Il libro del Sole”, Matteo Trevisani (Atlantide Ed.)
Un #passolungo, un libro breve, ma da leggere con molta calma, per garantirsi la scoperta delle molte suggestioni che la premessa della ricerca di un amante perduto nasconde.
Come nel “Libro dei Fulmini” (sorprendente avventura semi-onirica nel mondo dei miti e dei riti romani, pubblicato lo scorso anno), anche qui ci si inoltra in un territorio confuso, fra la realtà scientifica e quella alchemica.
Un incendio, una tempesta solare, e il buio che segue, aprono allo sguardo un città e un cielo che l’abbaglio della luce nascondevano. Una donna insegue l’uomo amato e perduto, smarrita a sua volta in una ricerca tanto necessaria quanto estenuante. Un città, Roma, nasconde un’altra città sotto gli occhi di tutti, fatta di pietre che parlano non appena la luce tace.
Da leggere se ci si interroga sulla necessità di ritrovarsi


Piccola guerra perfetta”, Elvira Dones (Einaudi)
L’assedio di Pristina e la guerra del Kosovo attraverso tre donne chiuse in una casa, tra bombardamenti Nato, rastrellamenti serbi, fantasmi. Un piccolo romanzo di enorme densità, ferocia e tenerezza. Un #passolungo, per darsi il tempo di assorbire le atrocità, per tornare indietro con la memoria a una guerra combattuta sotto gli occhi di un’ Europa paradossalmente attonita e per lo più indifferente. Era il 1999, il conflitto in Kosovo seguiva di poco quello Bosniaco, e io ricordo che non ci capivo niente. La Jugoslavia era ancora, per me, la meta di vacanze infantili anarchiche e vagabonde con i miei genitori. Stentavo, allora, a comprendere l’idea di pulizia etnica, di vicini di casa diventati improvvisamente nemici, di città e paesi rasi sistematicamente al suolo, a volte dai loro stessi abitanti. Il romanzo di Elvira Dones è prezioso per capire che la stessa incredulità era compagna quotidiana delle vittime di quel conflitto. Le voci sono quelle delle donne, che, come spesso ricordato nel romanzo, nella società balcanica sono depositarie della cura, della protezione, dell’integrità dei nuclei. E in quel momento videro dilaniarsi al tempo stesso famiglie, relazioni, corpi, senza poter fare altro che assistere e assistersi a vicenda.
Un #passolungo, per recuperare la memoria, arrendersi all’evidenza del paradosso (la vicinanza/distanza che qui, a poche centinaia di chilometri, sperimentammo), la com-passione.
Da leggere. Punto.


Elena di Sparta”, Loreta Minutilli (Baldini e Castoldi)
Per la prima volta, si ode la voce della donna miticamente condannata per la sua bellezza. Il suo punto di vista, la pena auto-generata dall’educazione ricevuta. L’impeto a ribellarsi, quando comprende che la propria bellezza, senza consapevolezza, è un strumento in mano ad altri. Il desiderio inespresso e mai ascoltato che qualcuno le dica: “raccontami”. La parola negata dalla maschilista società spartana, ma ancor più ignorata dall’apparentemente progressista Troia. Gli uomini abusanti e le donne che avvallano quell’idea di proprietà che ne nega l’identità.
Un breve romanzo ipotetico, che restituisce fragilità, ostinazione e dignità a una figura femminile che, per lo più, conosciamo impropriamente solo da voce maschile.
Da leggere se si vuole ascoltare.


Le febbri della memoria”, Gioconda Belli (Feltrinelli)
Un barattolo di biscotti trovato dall’ingegnere incaricato di demolire la casa di famiglia, contiene i quattrocento fogli di carta da pacchi fittamente vergata dal Duca Charles Théobald Choiseul de Praslin, avo della scrittrice Gioconda Belli.
Un lavoro di ricostruzione storica e familiare lo traducono in questo romanzo biografico avvincente. Il Duca, scappato all’accusa di uxoricidio e alla ghigliottina nel 1847, inseguito dai servizi segreti e dalla propria coscienza, raggiunge l’Isola di Wight, poi Londra, Liverpool, l’imbarco per New York, il viaggio avventuroso con il Commodoro Vanderbilt attraverso Panama, e l’inaspettato Nicaragua che lo accoglie e redime. Si tratta di un uomo tormentato dagli eventi, che provvede a tormentarsi ulteriormente da sé. Tuttavia, nonostante il peso che porta, non esita a cogliere tutte le opportunità che la fortuna e i suoi rovesci hanno in serbo per lui. I rovelli di un nobile agiato che si confronta con la cruda realtà del mondo, e in qualche modo vi si adegua, sono di ottimo stimolo per trasformare le avversità in opportunità.
Da leggere se si ha paura del passato, del presente, del futuro.


Palafox”, Eric Chevillard (Del Vecchio)
Palafox nasce da un uovo, e scatena il vecchio gioco con la gallina. Palafox è indescrivibile e descritto da ciascuno secondo il proprio sguardo. Palafox è immenso e micronico, volatile e terrestre, anfibio e anaerobico. Ha piume, scaglie, peli, pelle, aculei, artigli, pinne, zampe e zanne. Puoi nasconderlo nel taschino, può abbattere il ramo sui cui posa. Palafox è quello che vedi, ma al tuo sguardo fugge, scavando un varco nella rete. Palafox è un’ossessione e un bisogno, e puoi perdere il senno a sentire raccontare di lui.
Un #passocorto esilarante, rocambolesco e geniale.
Da leggere per perdere la bussola.


Le maledizioni”, Claudia Piñeiro (Feltrinelli)
Come tutti i libri della Piñeiro, anche questo utilizza il pretesto di un mistero (in questo caso, l’inspiegabile fuga del braccio destro del leader di un nuovo movimento politico) per indagare la realtà sociale e politica argentina. Uno sguardo, a tratti assai perspicace, sulla politica in generale, sulle spinte che manifesta, sul concetto di “interesse”. E sul compromesso, che pur se abilmente manipolato, non necessariamente debba essere una strada senza uscita.
La scrittura è fluida, i temi attuali (anche in questo emisfero), la vicenda si snoda in scioltezza.
Da leggere se si vogliono guardare le cose più da vicino.


Un uomo al timone“, Nina Stibbe (Bompiani)
Un divorzio è la fine di una famiglia? Senza un uomo al timone, si perde il saluto dei vicini, la gaiezza di una madre, la rispettabilità di una famiglia? Pare di sì, alle piccole protagoniste di questo romanzo lieve e ironico, alle quali non resta da fare altro che compilare una lista di possibili sostituti del padre, e procedere alla selezione. Segue carrellata di uomini più o meno meschini e ignobili, di cui la madre depressa e grafomane cade vittima consenziente. L’unico degno di ricoprire effettivamente la carica di “uomo al timone” arriverà, più che giustamente, quando la donna si sarà risollevata da sola, avrà ripreso in mano le redini (il timone) della sua vita, avrà ripristinato con determinazione l’autonomia necessaria a decidere che se un uomo deve esserci, deve essere per desiderio e non per bisogno.
Il romanzo è leggero, scorrevole, a volte un po’ troppo ridondante. Si lascia leggere sul bagnasciuga senza troppe riflessioni, e con qualche sorriso. Il pregio indubitabile è quello di restituire perfettamente idiosincrasie, manie, abitudini e stravaganze degli inglesi.
Da leggere nel tempo libero.


La Luna che uccide”, N.K.Jemisin (Fanucci Editore)
Ci vuole pazienza.
Sono una lettrice abituata alla forma fantasy, ma ho impiegato oltre il 30% del libro per orientarmi nel mondo estremamente frammentario della Jemisin. Il paesaggio e i personaggi che vi si muovono prendono forma lentamente, fino a una specie di “clic” che rende l’insieme pienamente visibile. Dopo l’inziale difficoltà, comunque, la lettura concede uno sguardo interessante sul conflitto fra buona fede ed errore. Ambiguità, devastazione esistenziale, volontà di resistere a mostri che si affacciano dall’interno di sé (mentre si credeva di impegnarsi nella lotta con l’esterno) sono gli ingredienti di questa avventura. Un mondo in cui i sogni sono la liberazione, e i loro Raccoglitori dispensatori apparenti di pace (attraverso la morte, però), mette chiaramente in discussione il concetto di rettitudine formale e sostanziale.
Un #passocorto, dunque, forse impegnativo per le ragioni sbagliate (deludente, rispetto alla precedente “La quinta stagione”, della stessa autrice), ma la cui lettura non è infine priva di senso, e a tratti avvincente.
Da leggere con pazienza.


Pratiche applicazioni di un dilemma filosofico”, Alexander McCall Smith (Guanda)
Come bere una bibita frizzante. Il palato si addormenta per il pizzicorio, la sete non si placa e gli zuccheri ingannano il metabolismo. Un vero libro inutile.
Ben lontana dalla sagacia e dall’ironia di Precious Ramotswe e la sua Ladies’ Detective Agency in Botswana, Isabel Dalhousie, filosofa e detective per caso a Edimburgo, è scialba, superficiale, impicciona e fragile in un modo tanto banale quanto poco costruttivo. Il mistero/pretesto della vicenda è minuscolo e inutile. Il contorno insulso. E perfino la suggestiva Edimburgo ne esce maltrattata, ridotta a elenco pretestuoso di luoghi. Quanto alla filosofia… lasciamo perdere. Messa a caso come la riflessione sotto il casco del parrucchiere.
Da leggere… no, lasciate perdere, non mi viene in mente una buona ragione.

#nonrecensioni: passolungo e passocorto

Rubrica libresca estiva.
Prendo a prestito due definizioni automobilistiche (io che l’auto nemmeno ce l’ho) per segnalare i libri in lettura quest’estate.
#PASSOLUNGO: “Maggiore stabilità, in condizioni di curve effettuate alle alte velocità, così come alle accelerazioni e frenate violente, si avrà uno scomponimento minore del mezzo, evitando eventuali ribaltamenti o sbandate. Maggiore abitabilità, con un passo maggiore si ha un maggiore spazio per i passeggeri o la possibilità di avere un numero maggiore di passeggeri”.
Questi saranno i libri di maggiore respiro, necessità, mole ed età. Classici e non, le cui pagine inducano a riflessione e lentezza, che contengano molteplici punti di vista e suggeriscano una lettura ponderata, non frenetica.
#PASSOCORTO: “Maggiore agilità/maneggevolezza, la vettura è più facile da gestire e veloce nei cambi di direzione. Maggiore trasferimento di peso, la forza delle masse del mezzo si trasferiranno più facilmente e in modo più marcato”.
Imprevedibili, fantastici, inusuali per stile e contenuti. A volte leggeri, altre volte di potenza esplosiva. Sperabilmente, libri che si leggono in un fiato e con slancio verso i prossimi.

Il primo che vi propongo è un #passolungo: “I mandarini”, di Simone de Beauvoir (Gallimard 1955, Einaudi 1993 nella traduzione di Franco Lucentini). Sono solo alla centesima pagina, ma procedo con calma e sicurezza. La comunità di intellettuali francesi nel periodo post-bellico si interroga sulla propria esistenza, necessità, sopravvivenza, al di là dell’urgenza. Quale posto occupare? A quale attività dedicarsi? A che bisogno rispondere? Domande accantonate per dovere di resistenza, che si ripropongo in tempo di pace come imperativi di esistenza. Il testo è accogliente, ma di una densità inusitata. La voce dei diversi protagonisti compone un prisma di interrogativi e possibilità, che la luce del mio sguardo sulle pagine moltiplica ulteriormente. In tempi aspri e violenti come i nostri, mi sembra, fin dalle premesse, un testo in grado di consolidare la struttura e alimentare la speranza, per chi si interroga sul proprio stare al mondo come azione politica.
Appassionante, non tollera una lettura distratta e ben si accompagna con una matita.

LA MIA CITTÀ INVISIBILE – Un giro turistico non convenzionale

Nuova proposta per la stagione 2019-2020: mini tour alla scoperta di cosa si nasconda sotto gli occhi.
Una passeggiata nel Centro di Torino, tra memorie, evocazioni e pagine letterarie con qualche grado di separazione.

Per conoscere la Città sotto un altro punto di vista, quando le strade si svuotano e le pietre parlano: poche informazioni storiche circostanziali, il grande brulicare di vita che non ti aspetti, molta letteratura e nutrita aneddotica. Per capire cosa intendo, rileggetevi la descrizione di Zaira, una delle Città Invisibili di Calvino.

Informazioni minime:
4km circa dal Centro città al fiume Po
3h a piedi o 2h in bici (più eventuali soste di ristoro)
16 stazionamenti con letture dedicate
possibilità di personalizzare minimamente l’itinerario 

Se volete venire a visitare Torino con me, o se ci vivete, vi piace l’idea di intrecciare le vostre memorie con le mie e di ascoltare un commento letterario non didascalico dei luoghi di passaggio, contattatemi via mail (lalettricevisavis@gmail.com) per ulteriori informazioni e costi

 

Si espatria!

Venerdì 19, sabato 20 e domenica 21, il salottino della Lettrice Vis à Vis è allestito nell’area del Parco Ciani, a Lugano, per il Lugano Buskers Festival

Tre giorni in cui le mie parole e le pagine degli autori prescelti si mischieranno con musicisti sfrenati e performers imprevedibili.

I dettegli del programma e le postazioni li scoprite sul sito e sulla pagina fb del Festival. La pagina giusta per voi, invece, vi aspetta accanto alla mia bicicletta. Con me!

Dei bisogni

Del bisogno di non dire

Scrivere a macchina è l’equivalente, per un destrorso, del disegnare con la mano sinistra.
Sulla carta compaiono parole e idee che provengono da un altro luogo della mia mente, sul quale non ho controllo. Il ritmico battere sui tasti ipnotizza. Il segno sulla carta confonde e si confonde. E rivela.
L’occasione fa l’uomo ladro, la donna: artista. Ho acquistato per ispirazione una vecchia Lettera32, e fin dalle prime battute è stato chiaro che mi porterà in luoghi che non conosco.
No, non abdicherò al privilegio di essere una delle poche italiane a potersi vantare di non scrivere, ma leggere. Tuttavia sento che “Fenice”, così l’ho battezzata, farà rinascere me e i miei pensieri in nuova forma abbagliante. Per battezzarla, ho scelto una frase da “L’enfant de la haute mer”, di Jules Supervielle: “Être plus joyeux que sage”

Del bisogno di non sentire

Ognuno legge (o non legge) per motivi suoi, che a volte è anche deleterio declinare.
Però mi sento di condividere come leggere mi abbia più volte salvato la vita. Qualcosa di simile al volume che interrompe la traiettoria del proiettile diretto al cuore.
La possibilità di chiudere fuori tutto il mondo quando è schifo. Di silenziare non solo il telefono, ma anche certi pensieri. Di far passare, senza accorgermi, le ore maledette che separano il destarsi dal coricarsi. Di poter stare sola senza sentirmi sola. Leggere mi concede tutto questo.
Il momento è duro, particolarmente, e a mali estremi, estremi rimedi.
Oggi confido nelle 880 pagine di Underworld di Don Delillo, per la salvezza.

ps: l’ho comprato alla Libreria Ca’libro, scegliendolo da una delle mensole del torneo “Occupa la tua mensola”. 10 sfidanti che suggeriscono ai lettori 5 libri ciascuno. Al termine di ogni girone, passano quelli che hanno venduto di più. Partecipano affezionati della Libreria, appassionati della lettura e amici. E le mensole sono piene di loro. Anche di me: ne ho una porzioncina. Andate, scegliete, comprate, leggete e… salvatevi con me.