Quando parlo di Arte come lavoro, comprendo nel primo termine anche aspetti e funzioni che apparentemente sarebbero pertinenti ad altri campi. Chi fa questo mestiere lo sa, ma magari sfugge agli altri.
Ci sono la ricerca e la creazione, diciamo le basi, che derivano necessariamente dall’istruzione (più o meno istituzionale) e dalla formazione. Per un formato, c’è sempre un formatore. Anche l’auto-didatta si rivolge al mondo (delle cose, se non a quello delle persone) e sperimenta, prova, sbaglia, corregge, prima di arrivare alla creazione vera e propria. Utilizza risorse, e incrementa l’economia, attraverso il suo studio.
Proseguendo, affinché alla creazione segua la realizzazione dell’opera d’arte, e magari la sua diffusione, intervengono altre competenze che, per estensione, diventano artistiche.
Competenze sociologiche, psicologiche, economiche, giuridiche, organizzative, distributive. Così come studio dei materiali, tecnica, fisica. Competenze manuali, o digitali. E via dicendo.
Anche un pittore eremita che produce capolavori per il suo unico piacere, avrà bisogno di un supporto o dei materiali per realizzarlo. Fossero anche solo il legno, la tela e i colori, come minimo dovrebbe essere un botanico e agricoltore per procurarseli. Provate a fare il gioco a ritroso delle necessità, partendo dalla vostra opera d’arte (anche performativa) preferita, e arrivando alle origini. Questo banale esempio per dire che difficilmente tutte le competenze sono appannaggio di una singola persona, l’Artista.
L’Arte è un lavoro per tanti, non solo per gli artisti. È un lavoro anche per studiosi, comunicatori, organizzatori, tecnici, costruttori, giuristi, amministratori, e perfino trasportatori.
Perché dalla creazione si arrivi al creato, la filiera comprenderà molte altre figure che si inseriranno nel processo. E il loro è un lavoro artistico a tutti gli effetti. Senza di loro, l’Arte non c’è.
Ognuno dei soggetti produce reddito, consuma, movimenta un’economia in senso a volte lato a volte stretto. Tutti sono collegati, interdipendenti, necessari.
Per concludere: della recente manifestazione di bauli in piazza a Milano, mi ha colpito la scelta della dimensione dei bauli. Sufficiente a contenere una persona.
Evidentemente abbastanza grande da contenere la vita di più di una persona.
In vita, possibilmente.
Assolutamente d’accordo. Il problema è che da decenni l’economia mondiale non si basa più sul lavoro ma sulla finanza che vampirizza il lavoro e che proprio dalla crisi ricava il suo profitto. Purtroppo penso che sia proprio per questo che la crisi del lavoro non interessi a chi potrebbe fare qualcosa per risolverla.