… comincia sotto la pioggia, che scende dal cielo ed esce dalle pagine scelte dal primo ospite del salotto improvvisato sotto la tettoia del mercato di San Salvario. È subito dimenticata, grazie al sorriso luminoso di chi si sorprende per un cambio di tono o una svolta imprevista.
A riscaldarsi provvede la generosità di chi, per sostenere l’impresa, ha cura di proteggere la salute della Lettrice, e in cambio di un giro in un albergo malfamato dona una calda sciarpa di lana.
La piazza è deserta, la Lettrice, straniera ed estranea al ritmo e forse ai riti di questo quartiere, si ritrova a condividerne un frammento con la scrittrice serba, in cerca di informazioni e letture. Tra una pagina e l’altra di variopinta umanità, scampano all’assalto delle pompe di pulizia del mercato e rotolano fra le braccia, anzi, le parole della memoria di San Salvario, colui che tutto di tutti sa e racconta.
Mentre ogni istante viene ripreso e immortalato da due eroici (e ben coperti) documentaristi, la Lettrice inforca la bicicletta e approfitta di una sospensione delle ostilità temporalesche per raggiungere la nuova Biblioteca di San Salvario.
La aspettano un’appassionata conversatrice che si interroga sullo scomparire, una veneta nostalgica che le chiede di capirla scoprendo la lettura perfetta (e un cavallo la sorprenderà), uno scrittore che le regala il suo libro con la fiducia e l’abbraccio necessari, un ascoltatore che chiude gli occhi e così ricorda a lei, di ascoltare, un’amica che anche senza il sorriso ce ne vorrebbero cento, ma con… non si può dire.
La giornata finisce dov’era cominciata, in libreria. Un bicchiere di vino, uno sguardo complice della libraia, un’ultima lettura e buonanotte.
Qualcuno mi chiede “ Perché lo fai?” Ecco, tra le altre cose…