frammenti di Bello e Riuso a Cascina Caccia

Il catalogo ad hoc

Cultura/Coltura della legalità : Giardinieri Insospettabili
Uomini e donne dei più disparati mestieri, che si sono trovati a coltivare giustizia, etica, legalità in senso stretto e lato. Molti, letteralmente, con una zappa in mano.

ha prodotto relazioni vis-à-vis sugli  sgabelli della Lettrice. Eccone alcune:

• Si è giardinieri, spesso coltivatori di tolleranza, nel quotidiano orto della propria relazione. Come Abelardo e Mariquita, protagonisti dell’opera per burattini “Me regalas una flor?” scritta dall’argentino Horacio Tignanelli (Ed. Colihue, B.A. 1995) e scelta da Sofia.

• Grazie a Delia e alla sua curiosità nei confronti di chi avesse coltivato l’isola del tesoro, abbiamo scoperto le doti di Robert Louis Stevenson. Per i samoani: Tusitala, narratore di storie, perché capace, prima di dire le proprie, di raccoglierle quelle altrui (R. Mussapi, “Tusitala, il narratore” , Ponte alle Grazie 2002)

• Cosa c’entrino i capperi con l’indipendenza l’ha chiesto Alice, e ha letto che a Thomas Jefferson c’è voluta pari perseveranza e ostinazione per dimostrare che “la sconfitta in un settore viene compensata la vittoria in un altro” (Delfina Rattazzi, “Storie di insospettabili giardinieri”, Cairo Editore 2008)

• Grazie alla sua mamma, ci siamo fatte due risate con il più improbabile dei giardinieri: James, che nel tentativo di raccogliere felicità ha seminato una pesca gigante e altrettanto clamorose avventure, animato dal rispetto e lo sguardo lungo (Roald Dahl, “James e la pesca gigante, Salani 2003)

• A Luca manca il tempo. Due bambine, il lavoro, la vita. Ha domandato al mio catalogo quale fosse il tempo del giardiere egli ha risposto Karel Čapek, che ai suoi tempi il tempo è stato costretto a reinventarselo. Con calma e una risata. (Karel Čapek, L’anno del giardiniere; Sellerio Editore 2008)

• Mai giudicare un libro dalla copertina. Meglio fare, come Davide, una domanda a sé e a me. E scoprire attraverso le pagine de “Il giardino di Eliazabeth” che l’indipendenza è dentro di noi prima che negli occhi di chi ci giudica. (Elizabeth von Arnim, “Il giardino di Elizabeth”, Bollati Boringhieri 1989)

• Per vedere come la vita si imponga sulla morte, attraverso il riuso… di trincee e stadi “Making (defiant) gardens in wartime”, bisogna andare a sfogliare l’omonimo libro fotografico di Kenetth I.Helphand, che ha suscitato la curiosità di Marco, uno dei residenti di Cascina Caccia. Tra esperti di estremi ci si capisce (Kenetth I.Helphand, Defiant Gardens, Making gardens in wartime; Trinity University Press, 2006)

• Alessandra aveva studiato approfonditamente la figura di Nelson Mandela a scuola, ma ignorava quale orticultore di pomodori, oltre che idee, fosse diventato in carcere. “A volte non si può far niente per salvare una cosa che deve morire” (Nelson Mandela, “Lungo cammino verso la libertà”, Feltrinelli 1995)

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Quanto a voi, volete sapere come nasce un giardiniere?

Nonostante le apparenze, un giardiniere non ha origine da un seme, da un virgulto, da un bulbo, da un tubero e nemmeno per margotta, bensì nasce dalle esperienze, dall’ambiente circostante e dalle condizioni naturali
(Karel Čapek, L’anno del giardiniere; Sellerio Editore 2008, trad. Daniela Galdo)

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