La Lettrice in vacanza è disordinata e anarchica. Non si porta i compiti, anche se li ama. Va all’avventura con lo zaino vuoto e legge quello che trova. L’unico libro pre-selezionato è quello che l’accompagna nel trasferimento.
Quest’anno la biblioteca casalinga pugliese ha fornito la seguente abbuffata:
Clara Usón – LA FIGLIA (Trad. Silvia Sichel – Sellerio)
Attraverso la voce di Ana: “Il generale Ratko Mladić non è uno psicopatico! È un eroe, un grande eroe serbo. E la voce di quelle registrazioni non è la sua – E tu come lo sai? – Perché è mio padre”
E ancora “Lei alzò gli occhi, resse il suo sguardo qualche istante e li riabbassò subito. Aveva perso, non avrebbe mai potuto tenere testa a un uomo che l’amava tanto”
Restituendo la voce a Vlado: “Io gli dicevo, per provocarlo, che il nazionalismo è un’invenzione borghese del secolo diciannovesimo che rivendica un falso passato storico di prosperità e promette un futuro rigoglioso, di splendore”
Grazie alla voce di Danilo: “E sono qui vicino, a un’ora di aereo, a sei ore di macchina! Fa paura a pensarci, dice la madre di famiglia, come se la guerra fosse un virus contagioso che un vento mefitico potesse diffondere”
Le voci si fanno più chiare, le parole nitide, la lingua comprensibile. La storia ci riguarda, smette di farsi guardare. La domanda, può una spagnola essere la voce giusta?, perde significato, sostituita da un’urgenza: come abbiamo fatto a restare muti, noi?
Christopher Isherwood – ADDIO A BERLINO (Trad. Laura Noulian – Adelphi)
Christopher mi porta in giro per bar, cabaret, dimore signorili e quartieri popolari, tra una lezione di inglese e una stanza in affitto nella Berlino fra il ’30 e il ’33. Con lui osservo la società che patisce l’acuirsi della crisi economica e asseconda placidamente l’ascesa del nazismo. Accompagnati dal suo ritratto puntuale, nitido e franco di alcuni personaggi, Christopher ed io ci guardiamo intorno con cautela, da quella posizione in cui si poggia ancora il piede sul suolo, ma si intuisce chiaramente l’orrido.
“Si sta semplicemente acclimatando, in ossequio alla legge naturale, al modo di un animale che cambia il pelo ai primi freddi. Migliaia di persone, come F.S., si stanno acclimatando”
Eduardo Mendoza – O LA BORSA O LA VITA (Feltrinelli)
Dov’è finito Rómulo il Bello? Vado in cerca della risposta tra le strade roventi di Barcellona, in un improbabile negozio di parrucchiere, con il suo proprietario neo promosso detective. Mi siedo alla tavola imbandita di pietanze e filosofia orientale dei dirimpettai, aggiornata telefonicamente da una tredicenne e sorvegliata dalle più singolari statue viventi mai scolpite dall’immaginazione. L’intrigo, accompagnato dallo scetticismo e la sconsolata arrendevolezza del protagonista, accumula assurdità che preludono all’ineluttabile catastrofe. Dalla quale, è bene saperlo, ci si può altresì sempre risollevare, come da un banale capitombolo. Lieve e spassosa, la truppa di Mendoza è stata la compagna ideale per partire per le vacanze.
Jeremy Page – IL COLLEZIONISTA DELLE PICCOLE COSE (Neri Pozza)
Mi imbarco con Eliot a bordo del brigantino Amethyst. Destinazione: Artico. La nostra missione prevede osservazioni naturalistiche e recupero, con un po’ di fortuna, delle tracce di un raro uccello estinto. La luce è abbacinante, il paesaggio nudo e vergine, la natura selvatica e gli uomini ruvidi o avventurosi come è ancora possibile a metà dell’800. Tutte ottime premesse, come pure una fanciulla misteriosa e il continuo accennare a prossimi impetuosi stravolgimenti… che tuttavia non giungono mai. Gli uomini starnazzano come galline spaventate, la donna prende in mano la situazione (dopo qualche prevedibile malore) e l’unica che sembra mantenere la calma (piatta, del libro) per tutta la vicenda è l’alca impenne, il famoso uccello non esitino. In conclusione, tanto mal di mare per non arrivare da nessuna parte.
a seguire (sono molto più veloce a leggere che a scrivere):
Andrés Neuman – PARLARE DA SOLI
Claudia Piñeiro – LA CREPA
Nicolai Lilin – EDUCAZIONE SIBERIANA
Rabih Alameddine – LA TRADUTTRICE
Irène Némirovsky – UNA PEDINA SULLA SCACCHIERA