Prima me lo sono ascoltato in formato audiolibro, mentre sfaccendavo per casa (non perché io sia femmina e le faccende tocchino a me, sia chiaro, ma perché in casa un uomo non c’è. E poi, mi faceva ridere).
Poi l’ho comprato in carta, per riprendere alcuni passaggi, sottolineare, evidenziare i pro-memoria. In fondo, è un manuale, no?
Poi ne ho presa un’altra copia, da regalare a Figlia sedicenne, che molte cose le ha già capite da sola, ma altre potrebbe capirle prima di subirle.
Ora lo condivido con voi, amiche interessate e amici confusi.
L’indubbia competenza in materia di Giulia Blasi si unisce a una notevole capacità divulgativa: chiarisce i termini, delimita il campo di gioco (o di battaglia, come preferite), arricchisce di esempi e fa abbondante uso di ironia, propositi e strategie. Perché il sottotitolo di questo manuale che affronta di petto le mille sfumature del patriarcato, è “Perché il femminismo rende felici”. Rende felici femmine e maschi, perché il suo presupposto è l’equità, con buona pace dell’uguaglianza che è spesso solo un maglio. Parla di potere, non come una cosa di cui appropriarsi, ma da redistribuire. Aiuta a riconoscere non solo gli aspetti manifesti della questione, ma soprattutto quelli subdoli. Contribuisce, attraverso la pratica, a ispirare forme produttive di lotta, e a valorizzare non genericamente il risultato come auspicabile per tutte e tutti.
E, soprattutto, rivendica giustamente il termine “femminismo”, che rimanda a un movimento antico e in perenne trasformazione, emancipandolo dal equazione di comodo: femminista = donna che odia gli uomini.
Di solito, al fondo di queste #nonrecensioni suggerisco per chi possa essere indicato i libro. Questa volta, senza dubbio, dico: per tutti!
Giulia Blasi, “Manuale per ragazze rivoluzionarie”, Rizzoli