Diario #inviaggioversolaletteratura Sardegna II parte

8 settembre / Tra Piscinas e Cagliari: cosa vi siete persi.
Niente foto. Solo qualche parola. Perché gli occhi non sono abbastanza, e allora vi dovete accontentare di questo.
Non supero i 50km/h, spesso vado più piano. Il paesaggio mi colpisce sguardo, orecchie, naso e sensibilità al ritmo di un caleidoscopio. Ogni tanto mi fermo, incredula.
Di seguito: dune, boschetto, il canyon erboso e selvatico, la montagna improvvisamente sventrata dalla mano umana, la miniera, la miniera fantasma, la città fantasma, salita fra gli oleandri, il paesino di pietra con ombre di medioevo, curve a gomito, pinete sterminate, l’altopiano, scampanellio insistente, ancora campanelli, mucche (enormi, rosse, con campanelli, con grandi corna… buoi! Chiara, sono buoi!), campi falciati no mangiati (capre, Chiara, sono state le capre), una città, perdersi perché si guardano tante case all’improvviso invece delle indicazioni, curve per scendere veloci, pianura, perdersi in un altro paese, approfittare per un caffè e per farsi prendere bonariamente in giro dal barista che dà indicazioni, prendere la strada dritta, anonima, civile, via via industriale che porta veloce a Cagliari.
Arrivare, in una città che è tutta un ripartire.
Ogni 10 km un universo distinto. Desolato, sovraffollato, aspro, accogliente, tagliato da una luce che si ammorbidisce dove l’uomo è assente e rivela con crudeltà il di lui intervento.
Sono grata a questo viaggio, e al tempo solitario che mi posso prendere, perché non c’è un istante privo di senso.

Cagliari: in cerca di anime
In cerca di anime.
La prima giornata cagliaritana è dedicata ai sopralluoghi. Quattro quartieri da perlustrare in cerca di angoli e piazzette da battere tutta la giornata di sabato con il mio carretto per incrociare le pagine del Festival con gli abitanti inconsapevoli della città.
Sono stata affidata alla guida di Cristian, proto-Virgilio scelto per la gentilezza e la profonda conoscenza del territorio.
Quella che doveva essere una semplice passeggiata topografica di trasforma in breve in un’immersione antropologica. Gli strati umani si rivelano fra le pietre, Christian mi racconta com’è vivere a Cagliari, me ne mostra le contraddizioni attraverso la trasformazione di bastioni in case. Poggia la mano con me su antiche iscrizioni, complice nell’ascolto del materiale. Mi parla della sua idea di viaggio come veicolo di conoscenza, crescita, condivisone, per ampliare la vista tornati a casa.
Rimasta sola, mentre consumo una cena deliziosa sotto le palme, rifletto sulla giornata che mi aspetta. Sarà difficile, indubbiamente. Convincere i cagliaritani ad avvicinarsi, a fidarsi di me, sarà un’impresa. I luoghi sono magnifici, ma le persone hanno bisogno di tempo e delicatezza, lo so. Sarà una bella prova, curiosa. Ma la affronterò con accanto questo Virgilio solidale, con il quale condivido spirito e intenzioni. Sarà comunque una giornata fortunata.

Incontri: Ivano Porpora


Al primo incontro fra uno degli autori punta del Festival e la Lettrice, entrambi hanno stabilito di essere molto più belli di persona che sui social. L’unico modo per verificare è partecipare all’incontro previsto all’Hostel Marina di Cagliari domani. Ci sarà anche Daniele Zito, e non abbiamo idea di cosa uscirà da questo abbagliante triangolo. Vedere per credere.

 

9 settembre / Hai voluto la bicicletta? Pedala!

Il carretto pieno di libri (40kg!) è stato trascinato fino in cima alla salita di Via Manno. Il salotto è allestito. I cagliaritani sono perplessi e curiosi. Io ce l’ho fatta, spero l’impresa riesca anche a loro…

Cagliari: portare i libri in strada

Mattinata assolata in Piazza Costituzione, pomeriggio di “struscio” in Via Manno. Nel mezzo, pedalare e spingere a mano bici e carretto stracarichi sotto lo sguardo incuriosito, solidale, complice, perplesso, di abitanti e turisti.
Le locandine del Festival e le mie lavagne invitano a scoprire che genere di viaggiatori siamo, attraverso pagine letterarie inaspettate.
I curiosi si fanno raccontare un libro, chiedono un suggerimento, mi raccontano il loro viaggio personale, si ritrovano in un’idea di movimento non lineare. Si parla di arte, famiglia, lavoro, sradicamento, paure e strategie di sopravvivenza.
Non sono moltissimi, a fermarsi, ma tanti guardano, sorridono, prendono nota. So che, se tornassi, con il tempo che è loro necessario per trasformare un desiderio in necessità, mi verrebbero a cercare.
Chi entra nel mio salottino stupisce, sorride, ringrazia. Sono un corpo estraneo in una città che sembra disegnata per l’arte di strada, ma nella quale, come mi dice un musicista in erba, l’arte di strada è un corpo estraneo.
Oggi il tempo è incerto. Il salottino è fisso nella corte dell’Hostel Marina. Io attendo, insieme agli autori, i prossimi viaggiatori.

Tema: descrivi il Festival Internazionale della Letteratura di Viaggio
Svolgimento:

10 settembre / La noia delle presentazioni letterarie:

Siamo ai blocchi di partenza! Daniele Zito e Ivano Porpora si racconteranno a vicenda i loro libri. Io? A me hanno dato il ruolo di “disturbatrice”.
Quello di “valletta” era già preso (grazie al cielo!)

Il Viaggio e il Festival

Un Festival che parla di viaggio, e lo fa in senso stretto e lato, attraverso letteratura che indaga l’identità in movimento a 360°, va da sé è un viaggio in sé.
Ti fa partire prima di mettere in moto, ti accompagna mentre sei ancora per strada, ti accoglie con un tetto amorevole, un abbraccio, un piatto caldo e molti sorrisi. Ti mette accanto persone con cui è piacevole il transito, ti aiuta a portare i bagagli e accetta il tuo aiuto per i propri. Prende mentre dà, dà mentre chiede, scambia, partecipa, e chi guarda non può fare a meno di trovare un varco, un posto, e aggregarsi alla comitiva. Poi, quando riprendi la tua strada verso casa, continua a seguirti.
Lascio Cagliari, Patrizio, Tania, e tutti gli altri. Ma loro non lasciano me. Grazie.

11-12 settembre / Lincoln è nel Bardo*, Chiara nel sardo.

Curioso accostamento fra resti marcescenti, spiriti dolenti e la luminosità dell’isola.
Invece no. Non c’è lettura più appropriata per il mio ultimo giorno di viaggio.
Prima di imbarcarmi, una settimana fa, ero smarrita, sola, incerta, accompagnata da un senso di cautela che non mi appartiene. Temevo lo sforzo, che conosco, necessario a “restare” nel senso, resistere allo struggimento, vedere il giusto a prescindere dal bello. Aspettare di guarire.
Non ero diversa dalle anime nel Bardo.
Ma, come loro, mi sbagliavo.
Sempre può accadere qualcosa che scombini e ridefinisca. Non fuori, s’intende. Fuori si osserva, si ascolta. Ma la soglia la si attraversa dentro. Trovare pace fra ciò che si era e ciò che non si sarà mai, trarre da questo l’impulso a muoversi, abbracciando l’impermanenza.
Il “sardo” che avete letto nel mio Diario è stato il mio Bardo, che meglio potete gustare nelle pagine di Saunders. E poi, se vi serve, andare.
*George Saunders, Lincoln nel Bardo, Feltrinelli

13 settembre / Verso casa.

 

Colazione con le galline, deviazione per pranzare in Ogliastra guardando il mare dall’alto di una pineta. Letteratura di confine, nelle pause*.
Mi aspetta un traghetto, ma non ho fretta. Scelgo strade secondarie, viaggio lenta, cerco intersezioni di possibilità. Trovo, ancora, più di quello che stavo cercando.
*Marco Truzzi, Sui confini – Europa, un viaggio sulle Frontiere, Exòrma Edizioni

Navigar

Dopo la giornata in the road sono in grado di dire, con assoluta certezza, che insieme al pecorino, il mirto e i culurgiones, la più nota specialità sarda è: “sorpasso in curva su dosso e me ne fotto della linea continua”.
Bizzarro, ma sono sopravvissuta.
Mi imbarco tra poco su questa nave (stavolta mi porta Batman: come lo devo interpretare?) verso l’ultima tappa letteraria, per così dire.
Domattina, infatti, a Genova mi aspetta l’amata Chicca Gagliardo per fare colazione insieme. Non serve dirlo: “Il poeta dell’aria”*ha attraversato anche questo mare, nel mio carretto, e ha incontrato una volatrice sarda. Domani glie lo racconto e la ringrazio.
Ciao ciao, noi si va a navigar!

*Chicca Gagliardo, Il poeta dell’aria, Hacca Edizioni

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