Lettrice di montagna, assai ossigenata

Dunque, a Pralibro è andata così: ho trascorso tre giorni in compagnia eterogenea e stimolante. Mi è saltato, imprevisto, il tappo emotivo e cognitivo e si è innescato un principio di cambiamento di cui vi informerò tra qualche settimana. Le persone con cui ho potuto confrontarmi, mi hanno regalato indizi preziosi e osservazioni che hanno resto pochi giorni densi come mesi.
Lo so che sto dicendo tutto e niente (molto niente, in effetti), ma sarebbe difficile sintetizzare l’effetto di un’immersione a tempo pieno, fra libri, camminate, cene, incontri, con personaggi accumunati da un raro spirito di osservazione e restituzione.
Vi basti sapere che, se vi capitasse di andare a Prali a seguire questa manifestazione, sareste benvenuti in un circolo virtuoso che parte da una pagina e diventa narrazione collettiva.

Non vi dico quanto è stato complicato, l’ultimo giorno, raccontarsi nell’incontro organizzato da Rocco Pinto. Ero talmente piena di pensieri e di dubbi, che temevo di dire solo sciocchezze. Di rimettermi in posizione difensiva (come giustamente ha notato una delle persone più acute che abbia incontrato), quasi io stessa non avessi confidenza in ciò che faccio.
Rocco e il pubblico sono stati amabili e affettuosi, e mi hanno aiutata a non perdere la rotta, quindi, in qualche modo, sembra me la sia cavata.
Erika Gallo, se vi interessa, ha raccontato la mattina qui, con grande garbo.

Ero partita felice alla prospettiva di aggiungere una breve vacanza a un appuntamento di lavoro, e curiosa nei confronti di una manifestazione a lungo osservata da lontano, ma mai esplorata.
Non potevo immaginare che, complice l’accoglienza della comunità valdese, miglior viatico per la condivisione e la comprensione (di sé e dell’altro), sarei tornata a casa con una nuova idea di dove devo andare.

Come valorizza il magnifico saggio “L’ignoto ignoto – Le librerie e il piacere di non trovare quello che cercavi” (Mark Forsyth, Laterza), ” Ci sono cose che sappiamo di sapere. Ci sono cose che sappiamo di non sapere. Ma c’è anche l’ignoto ignoto, cioè le cose che non sappiamo di non sapere“.
Questo è ciò che ho trovato a Prali, qualcosa che non sapevo di non sapere, e che, adesso, cambia tutto.

Una opinione su "Lettrice di montagna, assai ossigenata"

  1. Ciao Chiara, è un piacere seguire le tue peregrinazioni estive.. E a me hai messo una grande curiosità di sapere cosa ti è successo a Pra, quale direzione prenderai e cosa cambierà.. Curiosità, ma anche congenito interesse per le vite degli altri, soprattutto quelle tanto diverse dalla mia e dalle trame così creative.. Quindi non farci aspettare troppo!

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