Lessi, vidi, scrissi: 24h con Cristiana Alicata

cristiana alicata

Qualche ora più di 24, in realtà, perché tutto inizia con Francesca Chiappa, editrice di Hacca, che mi mette in mano “Ho dormito con te tutta la notte”, l’ultimo giorno del Salone del Libro. “Devi” è l’imperativo con cui me lo affida. E io mi fido, di lei sempre.
Lo divoro in meno di dodici ore e approfitto di una serata con l’autrice a Torino allo Chez Nous (circolo Arci che pensavo fosse solo un nome sepolto in gioventù), accompagnata dallo staff di BAU snc, cioè l’ottima Libreria Luna’s Torta.

Il libro, si capisce, è da leggere e ne leggerete in abbondanza, quindi evito di ripetere cose che sentirete dette assai meglio da altri. Lascio qui solo quello che ho pensato leggendo, ho detto a Cristiana Alicata, ho condiviso con il resto del pubblico e ho scritto tornata a casa. Ecco.

“perché è come la zeppetta per il tavolino…” dice Cristiana. Strabuzzo gli occhi.
“Dove l’hai sentito?”
“Perché? Lo dico sempre, è un giochetto al quale sono affezionata”
“Perché è il modo più semplice che uso per spiegare il senso del mio lavoro con il catalogo della Lettrice vis-à-vis… bizzarro…”
Finisce così un’intera serata passata a rincorrersi fra assonanze e consonanze con Cristiana Alicata, l’autrice di “Ho dormito con te tutta la notte” (Hacca Edizioni)
Lei spiega il titolo come il livello più profondo di abbandono, di intimità, di sicurezza, mentre io aggiungerei che è anche la dichiarazione definitiva della possibilità di conciliare presenza e assenza, il nodo centrale di tutto il libro.
Perché si può stare accanto a qualcuno anche se non lo si ha più vicino che dentro se stessi.
Mentre Silvia Giuliano e Ilaria Di Meo (con il sottofondo di Teresa Colonna) illuminavano il paesaggio mutevole attraversato dalla protagonista, in un gioco di suggestioni, letture, domande che restituivano perfettamente l’atmosfera di prossimità e allontanamento che si respira fra le pagine, Cristiana approfittava del momento per ricordare le infinite battaglie che ognuno combatte oggi, in tempo di pace.
Battaglie solitarie e invisibili, comuni eppure raramente condivise, capaci di isolare più di un coprifuoco in tempo di guerra.
Il maggior pregio del suo libro, per questa Lettrice che ne macina a dozzine, è quello di superare l’isolamento, la definizione di un lettore designato, la classificazione di un genere. Leggere di vicende che non ti appartengono e nelle quali ti riconosci. In poche parole, buona letteratura, no?

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