#nonrecensioni: passolungo e passocorto

Rubrica libresca estiva.
Prendo a prestito due definizioni automobilistiche (io che l’auto nemmeno ce l’ho) per segnalare i libri in lettura quest’estate.
#PASSOLUNGO: “Maggiore stabilità, in condizioni di curve effettuate alle alte velocità, così come alle accelerazioni e frenate violente, si avrà uno scomponimento minore del mezzo, evitando eventuali ribaltamenti o sbandate. Maggiore abitabilità, con un passo maggiore si ha un maggiore spazio per i passeggeri o la possibilità di avere un numero maggiore di passeggeri”.
Questi saranno i libri di maggiore respiro, necessità, mole ed età. Classici e non, le cui pagine inducano a riflessione e lentezza, che contengano molteplici punti di vista e suggeriscano una lettura ponderata, non frenetica.
#PASSOCORTO: “Maggiore agilità/maneggevolezza, la vettura è più facile da gestire e veloce nei cambi di direzione. Maggiore trasferimento di peso, la forza delle masse del mezzo si trasferiranno più facilmente e in modo più marcato”.
Imprevedibili, fantastici, inusuali per stile e contenuti. A volte leggeri, altre volte di potenza esplosiva. Sperabilmente, libri che si leggono in un fiato e con slancio verso i prossimi.

Il primo che vi propongo è un #passolungo: “I mandarini”, di Simone de Beauvoir (Gallimard 1955, Einaudi 1993 nella traduzione di Franco Lucentini). Sono solo alla centesima pagina, ma procedo con calma e sicurezza. La comunità di intellettuali francesi nel periodo post-bellico si interroga sulla propria esistenza, necessità, sopravvivenza, al di là dell’urgenza. Quale posto occupare? A quale attività dedicarsi? A che bisogno rispondere? Domande accantonate per dovere di resistenza, che si ripropongo in tempo di pace come imperativi di esistenza. Il testo è accogliente, ma di una densità inusitata. La voce dei diversi protagonisti compone un prisma di interrogativi e possibilità, che la luce del mio sguardo sulle pagine moltiplica ulteriormente. In tempi aspri e violenti come i nostri, mi sembra, fin dalle premesse, un testo in grado di consolidare la struttura e alimentare la speranza, per chi si interroga sul proprio stare al mondo come azione politica.
Appassionante, non tollera una lettura distratta e ben si accompagna con una matita.

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