Non è necessario conoscere ogni risposta, l’importante è sapere dove andare a cercarla.
Ieri sera, al Caffè della Caduta, qualche mistero sull’amore è stato svelato
Gli ospiti del Grande Fresco sono stati sottoposti a un amabile quiz: potevano scegliere tra 23 parole quella che meglio rispondesse alla definizione di AMORE. Una volta barrata anche la casella maschio/femmina, hanno consegnato alla Lettrice vis-à-vis i foglietti anonimi per tirare qualche somma. GRAZIE!
Condivido con il grande pubblico i risultati.
– Innanzi tutto, pare che un terzo di voi abbia avuto più difficoltà a rispondere circa il proprio sesso che alla domanda “Che cos’è l’amor”. Per questo genere di incertezze, servono altri libri, di anatomia direi. Non li ho nel mio catalogo, mi spiace.
– Sovvertiti gli stereotipi grazie alle due parole in cima alla classifica di gradimento: l’amore è BACIO per le donne presenti in sala, COMUNICAZIONE per gli uomini.
Chi se lo sarebbe aspettato? Ricordatevi che spesso una risposta è l’occasione propizia per fare una domanda…
– Alcune signore scelgono DONO, e qui partono risatine maliziose in sala, mentre altre non resistono e crocettano 4-5 parole, in un tripudio di esuberante entusiasmo nei confronti del soggetto.
– Voti singoli e sparsi li ottengono anche VALENTINO, ME STESSA, CERTEZZA, CITTÀ, TRANQUILLITÀ, LIBERTÀ, TATTICA, ODORE e VERITÀ, e ci sarebbe il giusto spunto per scrivere una storia, oltre che per leggerla
– Tuttavia, il posto d’onore della serata, sul palco al fianco della Lettrice, lo conquista JACOPO, volontario involontario in quanto autore della scelta più chiaramente sofferta e bisognosa di intervento da parte della professionista.
Per Jacopo “Che cos’è l’amor?” ERRORE. E nei commenti aggiunge: GRAVE!
Jacopo viene immediatamente sottoposto a terapia letteraria con somministrazione di pagina tratta da “Sabotaggio d’amore” di Amélie Nothomb
Gli errori sono come l’alcol: ci si rende conto subito di aver ecceduto, ma piuttosto che avere l’accortezza di smettere per limitare i danni, una sorta di rabbia la cui origine è estranea all’ubriachezza obbliga a continuare.
La serata prosegue nel foyer con amabili conversazioni e piccole letture, un bicchiere di vino e un amorevole consiglio. Infine, anche questo San Valentino è passato, e nessuno si è fatto male!